Archivio Tag: Simon Balestrazzi

Luca Giuoco ‘Collettivoinconscio Vol.1’

(Dissipatio / Toten Schwan 2022) Una quarantina di artisti, vengono invitati a donare un breve contributo audio per il progetto in questione. Luca Giuoco, li raccoglie, strapazza e assembla. Cito alcuni dei coinvolti: Adriano Zanni, Alice Kundalini, Arlo Bigazzi, Daniele Santagiuliana, Massimo Olla, Odrz, Paolo Sanna, Simon Balestrazzi, Iluiteq, Gianluca Becuzzi, Dsordne. Il risultato son […]

Dream Weapon Ritual ‘Strata’

(Dissipatio 2022) Torna a farsi sentire dopo qualche anno di silenzio, il progetto Dream Weapon Ritual di Simon Balestrazzi e Monica Serra (ai quali, in “Strata”, si è aggiunta Laura Farneti). Due lunghi brani, non sottoposti a pressioni di genere, crudi ed espansi. Di oggetti, elettronica analogico/digitale, voci, nastri, percussioni e [d]Ronin. In libera azione […]

Heimito Künst ‘Heimito Künst’

(Dissipatio 2021) Registrato in ambientale nello studio casalingo tra il 2016 e il 2019 (poi masterizzato da Simon Balestrazzi nel 2020), questa opera prima è un bel calcio gentile sui denti. Microfoni a contatto, field recordings, voce, Farfisa, percussioni e strumenti a corda, nastri, synth ed elettronica. In immersione/emersione, tra attimi di paura e distese […]

Daimon ‘Remedies For a Foggy Day’

(Norwegianism Records 2019) Terza uscita per il trio Daimon (Balestrazzi / Quiriconi / Monti), dopo il tour con il culto Zoviet France nel 2018, l’olandese Norwegianism ad ospitar per l’occasione la ricerca dronante del nostrano trio. Movimenti materici, distese nostalgiche, corde in delicato arpeggio, il crepitare microscopico di un corto in assoluto controllo, il benevolo […]

Simon Balestrazzi / Nicola Quiriconi ‘Licheni’

(Azoth 2019) Insieme nell’espressione audiovisiva maggiormente astrale Daimon (con Paolo Monti aka The Star Pillow), Simon Balestrazzi (T.A.C., Dream Weapon Ritual, A Sphere Of Simple Green e infinite altre cose), e Nicola Quiriconi (VipCancro), tra strumentazione homemade e amplificazione del micro (il primo), piezo a contatto e trattamento della voce (il secondo), prosciugano dell’inutile e […]

Simon Balestrazzi ‘Redshift’

(Azoth 2018) Spazi ampi di fluttuazione organizzata.Per metalli e materia in illuminato assemblaggio strumentale diy e reattiva elaborazione digitale ballardiana.Eventi sonori controllati e portati ad agire su pratiche oltre genere (Redshift 2 con i suoi allunghi su ritmiche in espansione Z’ev).Etno sminuzzamenti e pulviscolo impro (Redshift 3), vibrazioni basse e profonde di pelli sollecitate e […]

Simon Balestrazzi ‘Early Recordings (1979-1982)’

(Azoth 2017) Una serie di nastri dimenticati per decenni nella soffitta dei genitori. Materia cruda, composta in tarda adolescenza fra l’estate del 1979 e l’inverno del 1982, un registratore a bobine della Geloso, una radio a onde corte, un giradischi manipolato, qualche microfono a basso costo. Roba urgente in accatasto urticante. Parte di queste composizioni […]

Simon Balestrazzi ‘Ghost Systems’

(Azoth 2016) Particelle rilucenti (di stridore da cinema per l’orecchio) in quasi immobile sospensione. Un collasso oltre lo strappo, della cruda materia esposta nel precedente “Asymmetric Warfare”. Un flusso ambientale affilato e stratificato “Ghost System”, che trae origine da riflessioni sul rapporto tempo/memoria. Organizzato come sorta di “Discreet Music” e personale omaggio al compositore americano […]

Simon Balestrazzi ‘Asymmetric Warfare’

(Azoth 2015) Stati d’urgenza e d’emergenza, contemplati/trattati/esposti. A traballar come pugili suonati di fronte all’incontenibile flusso di filmati (e suoni) che opprime petto e testa. Pressione e pulsazioni, ansia e paranoia (in amplificazione e rapida propagazione). Gli istanti prima che la paura arrivi a saturare tutto e tutti. Avanzate e arretramenti, indistinguibili l’uno dall’altro. L’urto […]

Simon Balestrazzi ‘Ultrasonic Bathing Apparatus’

(Sincope 2015) Sette movimenti di plumbea e rigogliosa sperimentazione elettroacustica. Riflessiva e affilata. Di futuribile primitiva grazia ballardiana, un fioco neon ad illuminar vertigini d’abisso. Metalli percossi di sensibilità isolazionista/post-industriale, frusciar di nastri, avvitamenti analogico/stridenti (First Immersion). In compagnia della tabletop guitar di Sara Aresu, in rituale espansione sensuale (la panoramica “Zamia Lehmanni” di Oscillation). […]