
(Neuma Records 2025)
Giunge quanto mai gradita questa nuova uscita della Neuma Records dedicata alla musica per flauto di Randall Woolf, compositore americano classe 1959, tra le voci più interessanti, eclettiche, e a mio avviso rappresentative della scena musicale contemporanea. Sua partner in questo progetto discografico è la bravissima e poliedrica flautista Emily Duncan, la quale nelle note di copertina spiega come da tempo cercasse un autore capace di condurre il suo strumento fuori dai canoni classici, generalmente tendenti al bucolico; una ricerca che ha trovato in Woolf il suo naturale approdo. Nella musica di Woolf, infatti, il flautista diventa – per riprendere ancora le parole di Duncan – “un chitarrista rock, un poeta del blues, un virtuoso di beatbox, e un programmatore di computer”. Ciò è particolarmente evidente nel terzo (e conclusivo) brano del Cd, Native Tongues, per flauto e quintetto d’archi: alla flautista è infatti richiesto di padroneggiare la tecnica del beatboxing, che trasforma il flauto in uno strumento a percussioni. La componente ritmica – non dissimile da quella che troviamo in molte canzoni hip-hop – è dunque centrale in questo brano, ma non preponderante: melodie di grande freschezza e cantabilità sono infatti intonate dallo stesso flauto e dagli archi, in una alternanza – quando non fusione – scorrevole e avvincente di passaggi lirici e incalzanti fraseggi ritmici. Una “ricetta”, questa, che viene proposta anche in Scott Somebody, per flauto e nastro – un sentito omaggio a Scott Johnson, maestro della cosiddetta “speech melody” – e in Everything Is Green, per flauto, pianoforte (suonato da Kathleen Supove), voce narrante e nastri. Quest’ultimo brano rappresenta forse l’apice emotivo del CD: i versi toccanti di David Foster Wallace sono accompagnati da arabeschi sonori – disegnati dal flauto in intimo dialogo col pianoforte – di disteso lirismo. L’uso discreto dell’elettronica, insieme ai vocalizzi mandati in loop dal sapore minimal, rendono il brano ancor più accattivante, e irresistibilmente avvincente: senza strafare, ma dosando con parsimonia ed efficacia gli ingredienti del suo personale bagaglio poetico, Woolf sa andare a segno come pochi altri nel pur ricco panorama musicale contemporaneo.
Voto: 9/10
