
Lo studioso Darren Mueller, in questo interessante volume, in lingua inglese, analizza in maniera approfondita e documentata come l’avvento dell’LP, o long playing, nel 1948 abbia potuto rivoluzionare la registrazione e la produzione della musica jazz a partire dagli anni ‘50. Attraverso questa nuova tecnica di registrazione offerta dallo sviluppo tecnologico si consolida la possibilità di pensare ed incidere composizioni di maggior durata, fornendo così agli artisti lo strumento per creare composizioni più lunghe che permettano loro di approfondire la personale ricerca artistica, rispetto alle precedenti pubblicazioni nei formati a 78 giri e a 10’’. Nella sua ricerca Mueller ci fa vedere anche l’altra faccia della medaglia, cioè che la produzione degli LP diviene un campo di negoziazione di rapporti all’interno dell’industria musicale a quel tempo fortemente segregata, e ci mostra come la continua negoziazione di questi rapporti di forza abbia cambiato in maniera significativa il modo in cui in quegli anni si produceva e si recepiva la musica jazz. Musicisti neri come Louis Armstrong, Miles Davis, Duke Ellington e Charles Mingus, attraverso la produzione delle opere maggiori hanno lottato per ridefinire le nozioni di razza e di cultura in questo contesto, contribuendo alla creazione di un nuovo approccio alla definizione di modernità Black. Possiamo dire: il potere del supporto nella storia dell’ascolto e della cultura musicale. Anche per questo importante lavoro, incrociamo le dita per una traduzione italiana.
Darren Muellen, at the vanguard of vinyl. A cultura History of the Long-Playing Record in Jazz, UK, Duke University Press, 2024
