(Glitterbeat Records 2025)
Ciò che è l’oggi senza dimenticar mai le proprie radici. Nell’opera della coreana Park Jiha, contemporaneo e tradizione non si son mai spintonati malamente, anzi. In solitudine a stratificar con sapienza e conoscenza, acustico ed elettronico. Con voce, campanelli, glockenspiel, flauto/piri e saenghwang la parte aria, lo yanggeum, con le sue corde piane di bambù sollecitate a sgualcirci l’anima. Nove tracks di quelle che incidono con gesti minimi. Torpori, galleggiamenti, gioie e speranze, fermi immagine e odor di terra umida, a spallate comunque, ogni notte e ogni alba, la fine è una conquista. Luminosa ambient d’impatto soundtrack, in scioltezza ad intrecciar suoni della tradizione coreana all’ora e qui (approccio/visione e tanto lavoro post). Originale e struggente sound-art, un ringraziamento all’infinito più in alto (siamo un nulla).
Voto: 8/10