Alessandro Bertinetto ‘Estetica dell’improvvisazione’

Alessandro Bertinetto è una dei “polpastrelli digitali” storici di Kathodik ed è anche professore di Filosofia all’Università di Torino. Con colpevole ritardo segnalo questa sua interessante pubblicazione uscita nel 2021 per Il Mulino, in cui il nostro, nell’arco di quattro capitoli, ci squaderna la sua riflessione sulla pratica dell’improvvisazione come “compito centrale di ogni azione umana” in considerazione del fatto che per Bertinetto, “l’improvvisazione nelle diverse arti mette creativamente in scena la dinamica del confronto con la contingenza che caratterizza l’agire umano. Come tale ha caratteristiche estetiche specifiche che sono a loro volta paradigmatiche per l’esperienza dell’arte in generale”. Attraverso un’argomentazione approfondita l’autore ci mostra come l’improvvisazione, nel suo continuo “duello” con la contingenza, rechi in nuce un carattere foriero di creatività che, attraverso la pratica, si possa concretizzare nella possibilità di creare arte. Da qui l’autore propone attraverso una serrata argomentazione che l’estetica dell’improvvisazione è una filosofia dell’arte. Analizzando il saggio Bertinetto argomenta che “l’estetica dell’improvvisazione artistica concerne una grammatica della contingenza concettualizzabile mediante categorie quali emergenza, presenza, curiosità e autenticità. Essa coinvolge il fruitore come elemento della sua articolazione e genera un effetto estetico analogo a quello del motto di spirito. Inoltre, per un verso, comporta il fallimento come possibilità strutturale di una pratica non garantita, per un altro verso, la sua riuscita può assumere l’apparenza del fallimento, (rispetto al suo essere improvvisata), allorché appare come un suo altro: un’opera (zione) premeditata. Per capire l’apparire estetico dell’imprevisto occorre allora assumere la prospettiva del partecipante corrispondente”. Nel prosieguo del saggio Bertinetto ci spiega che “l’improvvisazione esemplifica, qui e ora, l’estetica della riuscita secondo cui, criteri di successo e fallimento dell’arte sono negoziati in e attraverso ogni singola opera e performance. La normatività artistica emerge da intersezioni concrete all’interno della pratica. Ogni opera o performance artistica non è determinabile secondo norme prestabilite, è imprevedibile anche per gli stessi artisti e retroalimenta la normatività della forma d’arte in questione: come accade paradigmaticamente nell’improvvisazione. Infatti l’improvvisazione non comporta né richiede necessariamente la violazione di o l’eccezione da norme. Costitutivo dell’improvvisazione, in quanto esercizio artistico di una grammatica della contingenza, è piuttosto il suo esibire all’opera la normatività in (tras)formazione specifica dell’esperienza artistica”. Proseguendo il discorso Bertinetto tira le fila della sua riflessione dicendoci che “l’estetica dell’improvvisazione, mi azzardo a scrivere, è perciò (pratica di) filosofia dell’arte, nel duplice senso del genitivo: oggetto perché la riflessione sull’estetica dell’improvvisazione mette a capo una filosofia generale dell’arte; soggettivo perché l’arte, nell’improvvisazione, mette a capo le sue dinamiche filosofiche, tematizzando la normatività in fieri che le è propria. Di queste dinamiche, l’improvvisazione realizza ed esibisce con particolare efficacia un aspetto cruciale: il (con)senso (e)utopico della riuscita estetica”. A chiusura del saggio Bertinetto ci saluta con questo bel finale: “improvvisazione è l’esperienza estetica ed estatica dell’istante che trasforma chi la fa”, “il baluginare improvviso, in un tempo fuori dal tempo, della bellezza; la quale è questo baluginare. Meravigliosamente, lampo inatteso, it makes sense. Anzi, it makes a common sense, un sentire (in)comune”. Da leggere e meditare, Kathodik in ogni dove e in ogni concetto!

Alessandro Bertinetto, Estetica dell’improvvisazione, Bologna, Il Mulino, 2021