Intervista con Vinnie Fiorello, del Punk Rock Museum, Las Vegas – USA

Ottavo appuntamento dedicato alla scoperta di direttori, gestori di musei e collezionisti accaniti del “caro e vecchio” Rock, e non solo, in tutte le sue manifestazioni sonore. Scrivo non solo perché con le ultime interviste sto esplorando realtà che conservano vari generi di memoria sonora, oltre a quella Rock. Prima: Rolando Giambelli, Beatles Museum di Brescia (qui). Seconda: Tiziano Gerli, Clash City Rockers Cafè, museo dedicato ai Clash e al loro mondo (qui). Terza: Mariano Freschi, associazione MADE IN ROCK, incredibile collezione di centinaia di bassi, chitarre, amplificatori (Kinks, Kiss, Deep Purple, Led Zeppelin, ecc.), di memorabilia, poster, gadget della Storia del Rock (qui). Quarta: Jacob McMurray, Director of Curatorial Affairs del MoPOP – Museum Of Pop Culture di Seattle (qui). Quinta: Sawako Ishii dell’Hamamatsu Museum of Musical Instruments, Giappone (qui). Sesta: B.George, direttore dell’ARChive of Contemporary Music di New York (qui). Settima: Sonia Martone, Direttrice del Museo Nazionale degli strumenti musicali di Roma (qui). Ora mi sposto “virtualmente” negli Stati Uniti, per intervistare Vinnie Fiorello del Punk Rock Museum di Las Vegas. Breve inciso: al museo ci sono arrivato grazie a Mike Dines e Russ Bestley del Punk Scholar Network (qui l’intervista). Il Punk Rock Museum di Las Vegas è stata un’incredibile e interessante scoperta, un’istituzione importante e fondamentale per lo studio e l’approfondimento della cultura e della filosofia Punk in tutte le sue forme. Attraverso le parole di Vinnie Fiorello potrete approfondire la conoscenza di questa importante istituzione musicale.

Qui trovate l’intervista in inglese

Quando e perché è stato fondato il Punk Rock Museum?

Abbiamo aperto ufficialmente le porte nell’aprile del 2023, ma l’idea era in cantiere da anni. Il punk rock è sempre stato cultura del fai-da-te, ribellione e comunità, ma la sua storia era frammentaria: registrazioni bootleg, volantini infilati nelle scatole, storie tramandate come folklore. Volevamo uno spazio fisico dove le persone potessero sperimentare in prima persona l’energia grezza del punk, non solo come genere musicale ma come movimento. È un museo *da* punk, *per* punk.

Come è strutturato?

Il museo è un mix di mostre cronologiche, installazioni immersive ed esperienze interattive. Ci sono stanze tematiche dedicate a diverse epoche e scene – l’Hardcore della East Coast, lo Skate Punk della West Coast, il Regno Unito del ’77 e altro ancora – e mostre a rotazione. Ci sono anche un bar, un negozio di dischi, uno studio di tatuaggi (perché è ovvio) e luoghi per il matrimonio punk rock.

The Punk Rock Museum Exterior: photo by Mona Whetzel

Dove si trova?

Proprio nel cuore di Las Vegas, in Nevada, vicino al quartiere delle arti, sulla Western Ave, vicino a tutto il caos. Las Vegas potrebbe sembrare una casa improbabile per il punk, ma è proprio questo il punto: per noi è stata una casa perfetta!

photo by Lisa Johnson

Che collezioni contiene il Punk Rock Museum?

Abbiamo di tutto, da testi scritti a mano e chitarre rotte a rari volantini di spettacoli e abiti di scena, tutti donati da band come NOFX, The Descendents e Bad Religion. Uno dei miei pezzi preferiti sono gli appunti scritti a mano da Joe Strummer per *London Calling*. C’è anche qualche pezzo distrutto, perché a volte la storia è rumorosa e disordinata.

photo by Lisa Johnson

Che cosa si può fare al Punk Rock Museum?

Oltre alle mostre, è possibile suonare gli strumenti usati dai gruppi punk o prenotare una visita guidata da musicisti punk (il tour di Fat Mike è… un’esperienza). Ospitiamo spettacoli dal vivo, tavole rotonde e workshop. E sì, se volete scambiarvi i voti potete sposarvi qui.

photo by Lisa Johnson

È possibile fare ricerca al Punk Rock Museum?

Assolutamente sì. Stiamo archiviando interviste, zine e registrazioni per le generazioni future. Studiosi, giornalisti o semplici nerd come me possono ammirare 5 decenni di punk, anche se non si tratta della tipica biblioteca tranquilla. Aspettatevi di sentire i Black Flag in sottofondo.

Qual è il modo migliore per vivere il Punk Rock Museum?

Venite con la mente aperta. Suonate le chitarre. Fate domande. Rimanete per un tatuaggio. E se siete fortunati, incontrerete un membro della band che vi spiegherà il suo posto nel punk.

Il Punk Rock Museum è sui social media?

@thepunkrockmuseum su Instagram, TikTok, ecc. Pubblichiamo sneak peek delle mostre, foto del passato e annunci di eventi imminenti. Seguiteci per i commenti più scatenati.

Il Punk Rock Museum è aperto a collaborazioni con istituzioni, associazioni, centri di ricerca?

100%. Abbiamo lavorato con università, etichette indipendenti e festival. Se avete un progetto in linea con la conservazione dell’eredità del punk – che si tratti di una mostra d’arte, di una storia orale o di un documentario – contattateci.

Sub Cultural Appropriation FLyer 12

Avete in mente possibili sviluppi? Per esempio un libro oppure un documentario che racconti la sua storia attraverso interviste e video?

È in preparazione un documentario e un libro che raccoglie foto e storie mai viste. Abbiamo parlato molto di programmi di sensibilizzazione per insegnare ai ragazzi l’etica punk del fai-da-te: serigrafia, autopubblicazione, sostegno alla nostra comunità.

Progetti futuri o mostre in corso?

Domani 7 giugno inauguriamo la mostra sul Tiki Punk e per i prossimi 5 mesi la mostra su Edward Culver.

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