Cesare Basile ‘Tu prenditi l’amore che vuoi e non chiederlo più’


(Urtovox/Audioglobe 2015)

Nel nuovo disco il cantatuore siciliano torna ad occuparsi dewgli emarginati.
Supportando i suoi testi (in italiano ed in dialetto) con un blues malato e folk dal sapore waitsiano, come ogni grande cantautore, Basile preferisce mettere al centro delle sue canzoni i perdenti, i dimenticati, gli ultimi, i bistrattati.
Questo disco è pieno di un pathos non patetico, ma estremamente empatico, nel quale Basile dimostra la sua totale vicinanza ai personaggi che caratterizzano i suoi brani.
Il blues contaminato da molto folk siciliano, ma non solo, è alla base dei suoi brani. Tuttavia, il nostro si permette delle intriganti digressioni, vuoi in Libertà mi fa schifo se alleva miseria, nella quale si incontrano il jazz etiopico, il blues maliano e la circolarità di The Ex con Roy Paci, vuoi con il blues di frontiera alla Calexico della title-track.
Uno dei dischi più belli di questi primi mesi del 2015.

Voto: 9

Vittorio Lannutti

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