Archivio Tag: Marco Carcasi

PBB’s Lacus Amoenus ‘The Sauna Session’

(Long Song Records 2014) Libera da ogni ortodossia di genere “The Sauna Session”. Brillante, scavezzacollo, abrasiva ciò che basta. Che mette insieme i nostri Glauco Benedetti (tuba), Piero Bittolo Bon (fiati e no input electronics), Simone Massaron e le sue corde, Tommaso Cappellato alla batteria e la tromba del newyorchese Peter Evans. Inarrestabili e genialmente […]

Carnenera ‘Carnenera’

(Sinusite Records 2014) Un suono massiccio e deviato, quello che caratterizza quest’opera prima del trio strumentale milanese Carnenera (Carlo Garof, batteria e ferraglia – Luca Pissavini, basso/effetti – Lorenzo Sempio, chitarra baritona/synth guitar/effetti). Nove brani di oscuro e metallico (post) rock, incalzante e aggressivo (l’opener Tilikum), stranito e non distante dal catalogo Amphetamine Reptile (le […]

The Remote Viewers ‘Pitfall’

(RV 2014) Con “Pitfall” si conclude la trilogia noir (“Crimeways” e “City Of Nets” gli altri due capitoli) e si evidenzia all’oggi, il ritorno nella formazione capeggiata da David Petts, dell’esperto batterista Mark Sanders (in precedenza in “To The North”). Le coordinate espressive non mutano e “Pitfall”, si offre come l’ennesima compatta raccolta di oblique […]

Base 4 ‘Axes Of Symmetry’

(Analog Arts Label 2014) Tre protagonisti della scena creativa californiana (Bruce Friedman, Derek Bomback e Alan Cook) riuniti in uno scarno trio garage/jazz (tromba, chitarra, batteria). A darci dentro di brutto fra soffusi torpori reinterpretativi (Carla Bley, Mongo Santamaria, Gil Evans, Jobim, My Funny Valentine) e brevi incartamenti impro di scarsa precisione. Qualcosa si salva […]

Stefano Battaglia / Michele Rabbia / Eivind Aarset ‘In Memoriam’

(Autoproduzione 2014) Brescia, 28 Maggio 1974, Piazza Della Loggia. Le lancette degli orologi si arrestano alle 10:12. Nell’aria strazio e urla, dolore, paura e smarrimento. Otto corpi in terra per sempre. Altri 102, ce la faranno a rimarginar le ferite della carne, quelle dell’animo, non si può dire. Pioveva quel mattino, la piazza piena. Ci […]

Piero Bittolo Bon Jümp The Shark ‘Iuvenes Doom Sumus’

(El Gallo Rojo Records 2014) Dall’andatura in apparenza svaporata/svagata, fischiettabile e più d’insieme che di sparsi spasmi solisti, stropicciato nel suo abito buono, ma in apparenza per l’appunto.La ciccia vera e un atto terzo (“Sugoi Sentai! Gatta!”, “Codename: Ohmlaut” i meritevoli precedenti), leggero e incisivo come pochi.Uno stralunato e coinvolgente tremito euforico quello trasmesso da […]

Bora Yoon ‘Sunken Cathedral’

Di una sensualità inebriante “Sunken Cathedral”. Con le parole che restan mute a fior di labbra nel tentativo (vano), di circoscriver adeguatamente l’emozione che accende. Insieme organico di voce, organo, campane tibetane, percussioni assortite, elettronica, field recordings, radio, synth, piano, oggetti e performance corporea. Dove il vuoto dell’indicazione – file under (rock/pop/jazz/free/blah blah blah…), collassa […]

Simon Balestrazzi / Uncodified ‘Tape Crash # 10’

(Old Bicycle Records / Under My Bed Recordings 2014) Riluce ferina, la decima uscita della serie Tape Crash.Che nel primo lato dello split, Balestrazzi accende di umori soundtrack cosmico/elettroacustici (in progressivo disfacimento), non esenti da rifrazioni d’impalpabile folk (sognato/disturbato).Una ballata in tre parti (dedicata al Minotauro di Dürenmatt) che s’allunga fra detriti, pulsioni etniche e […]

Vlatko ‘Subjective Experience In a Commercial Free Zone’

(pFmentum 2014) L’incontro col trombonista/compositore del Missouri, Michael Vlatkovich, non si fa mai attender molto. Ed ogni volta è un piacere, poiché come leader o co-lead, grazie a un’ispirata e bizzarra vena compositivo/esecutiva (intrisa di pungente sense of humor), riesce quasi sempre a rimarcar una sensibile distanza, dal grigio borbottio che spesso affligge analoghi percorsi. […]

Ratbag e MSMiroslaw ‘Live in Loophole’

(Ruido Horrible 2014) Cruda documentazione su nastro, di un plumbeo rituale ululante “Live In Loophole”. Che sul principio indugia in distorte riflessioni alla Justin Broadrick, per poi saturar ogni spazio a disposizione, esibendosi in rabbiose pose Grey Area (o Industrial Records), traforanti e ascensionali. Fra morsi di suono in circolo, cupe invocazioni e dissezioni sanguinolente. […]