Intervista con Paul M. Tai, della label statunitense di musica contemporanea New World Records

Riferimento imprescindibile per gli appassionati di musica contemporanea, l’etichetta americana New World Records vanta un catalogo di tutto rispetto, che copre alcuni nomi storici della musica americana del Novecento, specie quella più “pioneristica” e sperimentale (Harry Partch, Lou Harrison, Julius Eastman, tanto per fare qualche nome). Al tempo stesso, da diversi anni la label dedica ampio spazio ad autori emergenti e meno conosciuti, ma altrettanto interessanti e (talvolta) radicali nel loro linguaggio espressivo. Dopo aver recensito diverse produzioni discografiche targate NWR, abbiamo deciso (il sottoscritto, Marco Paolucci, insieme a Filippo Focosi), di intervistare Paul M. Tai, uno dei membri del consiglio direttivo della label, e di approfondire col suo aiuto la storia della NWR, le sue caratteristiche fondanti e distintive, e la sua visione del presente e del futuro della musica e della produzione musicale.

Qui trovate l’intervista in inglese

Come è nata l’idea di fondare la New World Records? Può dirci qualcosa sulle origini della sua etichetta?

La New World Records è stata fondata nel 1975 come progetto per il Bicentenario della Fondazione Rockefeller. La missione originale della New World era quella di produrre un’antologia di 100 dischi di musica americana che comprendesse il più ampio spettro possibile di generi musicali. La serie di registrazioni che ne è scaturita, insieme alle esaurienti note di copertina, costituisce un programma di base per la musica americana e gli studi americani. Nel 1978 l’Antologia è stata completata e distribuita gratuitamente a quasi 7.000 istituzioni educative e culturali in tutto il mondo, mentre altre 2.000 Antologie sono state vendute a pagamento ad altre istituzioni simili. Attraverso queste registrazioni sono stati riportati in vita duecento anni di musica e di storia culturale americana.
Visto l’interesse del pubblico nell’acquistare queste registrazioni, si decise di creare un’etichetta discografica per facilitare questa operazione e continuare a produrre registrazioni per documentare e diffondere la musica americana ignorata dalle etichette commerciali. L’etichetta doveva essere un’entità senza scopo di lucro, in modo da poter raccogliere fondi da fonti pubbliche e private.

Come si può leggere nelle vostre “dichiarazioni di missione”, le vostre produzioni si concentrano su “tesori trascurati dal passato” e sulla musica classica o post-classica contemporanea (principalmente dell’area americana). Avete dei criteri estetici o storici specifici che vi aiutano a selezionare gli artisti e la musica che vorreste registrare?

Non direi che ci sono criteri specifici che determinano ciò che scegliamo di registrare o pubblicare. Fin dall’inizio c’è stato un comitato artistico, di solito composto dal direttore artistico e di repertorio e da membri selezionati del consiglio di amministrazione, e la regola generale è stata quella di fornire una piattaforma per il lavoro di compositori passati e presenti ritenuti degni di ricevere visibilità attraverso l’etichetta, indipendentemente dall’estetica compositiva; da qui l’incredibile varietà di stili compositivi rappresentati nel catalogo.

Negli Stati Uniti d’America esiste una notevole quantità di etichette discografiche dedicate alla valorizzazione della musica contemporanea scritta principalmente (anche se non esclusivamente) da compositori americani (si pensi, ad esempio, a Cantaloupe, Neuma, Cold Blue, Navona e così via). Qual è, secondo voi il tratto distintivo della NWR – se ce n’è uno – rispetto a queste altre etichette?

Innanzitutto, siamo un’associazione no-profit con un mandato particolare: documentare il lavoro dei compositori americani (nati o naturalizzati). Al di là di questo, non siamo mai stati e non siamo solo dedicati alla documentazione della musica contemporanea. Negli ultimi trent’anni questo è stato l’obiettivo principale, ma allo stesso tempo abbiamo realizzato un’importante serie di registrazioni con la Paragon Ragtime Orchestra, per esempio, che racconta il lavoro di compositori del primo Novecento che hanno scritto musica per il teatro. La serie ‘Treemonisha’ di Scott Joplin e la serie ‘Black Manhattan’ ne sono esempi significativi. Ritengo che la nostra sia un’etichetta unica che ripercorre l’evoluzione della musica da concerto americana dal XIX secolo ai giorni nostri. Praticamente ogni figura importante è rappresentata e si potrebbe tenere un corso approfondito sulla musica americana anche solo attingendo al sito del catalogo della New World.

Una parte del vostro ricco catalogo è dedicata a figure chiave della musica sperimentale americana, come Harry Partch, Henry Brant, Lou Harrison o Julius Eastman. Può dirci se nei prossimi anni verranno registrati altri CD con la loro musica dalla vostra etichetta? Ci sono altri nomi, o aree, che potrebbero essere aggiunti come di particolare interesse da parte vostra?

Penso che abbiamo documentato questi compositori in modo abbastanza esauriente, quindi non prevedo ulteriori registrazioni. Per esempio, il il cofanetto [un triplo CD intitolato “Unjust Malaise”, N.d.R.] di Julius Eastman è l’urtext del suo lavoro e altre etichette hanno continuato a documentare la sua eredità man mano che emergeva nuovo materiale.

Uno dei marchi di fabbrica della NWR sono le esaurienti note di copertina incluse nel libretto dei CD della NWR, che si possono anche scaricare dal vostro sito web. Pensa che gli scritti critici possano aiutare le persone a comprendere meglio, e infine ad apprezzare, la musica meno conosciuta e sperimentale del XX e XXI secolo?

La missione originaria dell’etichetta era di tipo educativo; per questo motivo venivano incaricati studiosi ed esperti nel loro campo di scrivere le note di copertina, che di solito erano piuttosto esaustive. Di solito veniva inclusa una bibliografia selezionata e una discografia selezionata, in modo da fornire il maggior contesto storico possibile per l’ascolto della musica e per ulteriori approfondimenti. Questo modello è stato scrupolosamente seguito nel corso degli anni, perché riteniamo che la corretta contestualizzazione della musica sia essenziale per una migliore comprensione e apprezzamento dell’intento del compositore.

Sembra che nel vostro catalogo ci sia una quantità crescente di registrazioni dedicate alla musica vocale/corale. C’è una ragione specifica oltre a questa sorta di “tendenza”?

Onestamente non ho notato questa tendenza, perché non c’è nulla di intenzionale.

Le produzioni della New World Records sono principalmente in formato CD e digitale. Cosa ne pensa del vinile? Pensa che troverà più spazio nella sua etichetta in futuro? Pensa, più in generale, che le uscite fisiche continueranno a esistere nonostante la gente utilizzi soprattutto piattaforme digitali e di streaming?

Abbiamo pubblicato un paio di titoli in vinile, entrambi con la musica di Harry Partch, ma siamo arrivati a malapena al pareggio e quindi non aveva senso farne altri, soprattutto per i compositori con un nome poco o per nulla conosciuto. Per noi è diventato molto difficile anche vendere i CD, quindi non è fattibile fare uscite in vinile, soprattutto date le nostre risorse limitate.

Detto questo, nel corso degli anni abbiamo concesso in licenza diversi titoli per la pubblicazione di LP ad alcune etichette di nicchia. Soundohm, in particolare, attraverso il suo marchio “Blume”, ha prodotto bellissime edizioni in vinile del cofanetto di Julius Eastman e di ‘Postal Pieces’ di James Tenney, tra gli altri. Penso che le uscite fisiche continueranno a esistere, ma per un mercato più limitato che si rivolge a interessi specializzati.

Avete rapporti diretti con conservatori e università per le vostre produzioni discografiche? Siete mai stati sostenuti, in qualche modo, dal governo degli Stati Uniti o vi affidate principalmente a finanziamenti privati?

Non abbiamo relazioni istituzionali che attualmente forniscono finanziamenti consistenti. La nostra principale fonte di finanziamento negli ultimi quarant’anni circa è stato un filantropo, Francis Goelet, che amava la musica e credeva nella missione dell’azienda. Una volta esaurita la sovvenzione iniziale di Rockefeller e una volta presa la decisione di trasformare la New World Records in un’etichetta discografica, egli ha finanziato il budget annuale per le registrazioni. Alla sua morte, nel 1998, ha lasciato un’eredità che ha continuato a sostenerci attraverso un Trust, terminato quattro anni fa. Ora l’etichetta si sostiene principalmente attraverso le vendite, quindi il nostro budget è molto più modesto.
Nel corso degli anni, abbiamo ricevuto sostegno per le spese operative e per progetti specifici da diverse fondazioni, sia pubbliche (il National Endowment for the Arts, per esempio) sia private (l’Aaron Copland Fund for Music e l’Alice M. Ditson Fund sono le più importanti).

Pensa che i social media possano aiutare la promozione della musica contemporanea? Come si muove l’etichetta sui social media?

I social media svolgono sicuramente un ruolo importante nella promozione della musica contemporanea (come in molti altri ambiti culturali) e abbiamo un dipendente part-time che gestisce questo aspetto del marketing per noi.

Come immagina il futuro della musica contemporanea, soprattutto dal punto di vista delle etichette discografiche come la NWR?

Considerando il rapido ritmo dei cambiamenti di questi tempi, è difficile dire come andranno le cose. I compositori continuano a produrre una quantità significativa di nuova musica e la musica dal vivo rimane molto richiesta. Detto questo, le etichette discografiche probabilmente diminuiranno d’importanza, dato che YouTube e altre piattaforme online offrono un modo semplice e veloce per diffondere la propria musica a un vasto pubblico senza che l’etichetta discografica faccia da intermediario.

Può dirci qualcosa su alcuni dei vostri progetti futuri?

Purtroppo non sono in grado di fornire informazioni specifiche, poiché stiamo ancora definendo gli accordi. Posso solo dire che attualmente realizziamo circa quattro titoli all’anno, dato che questo è ciò che il nostro budget consente.

Link: New World Records Home Page

Link. New World Records Facebook Page

Link: New World Records Instagram Profile 

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