(Aut Records 2024)
L’idea di musicare i versi del poeta e pittore inglese William Blake (1757-1827) è parsa irresistibile al duo formato da Clizia Miglianti (composizione, voce) e Angelo Petraglia (composizione, pianoforte, harmonium, percussioni). Ispirati dalla ricchezza dei simboli e delle immagini linguistiche di Blake, e insieme guidati dalla intrinseca musicalità delle poesie del genio britannico, i due musicisti hanno composto – per un organico che comprende anche fiati (tromba, flicorno, clarinetto) e archi (viola, violoncello, contrabbasso), per un totale di otto musicisti – a partire da queste poesie, delle “canzoni” – se è lecito usare questo termine – che riescono magicamente a restituire, e persino amplificare, le visioni blakeiane, facendo perno su melodie ispirate e toccanti – penso ad esempio alla stupenda Never Seek to Tell Thy Love – e su armonie raffinate e cangianti (oltreché sulla bellissima e versatile voce della Miglianti, capace di catturare le sfumature espressive e le nuances ritmiche dei versi di Blake). Altrettanto importanti sono gli impasti timbrici, straordinariamente seducenti, evocativi, spesso notturni, prodotti dalla combinazione del pianoforte e della voce dei due leader con gli strumenti suonati dai loro bravissimi compagni di questo viaggio – per citare Blake – oltre le porte della percezione, in particolare col violoncello di Sarvin Asa e il flicorno di Tommaso Iacovello (che spiccano ad esempio nel conclusivo, crepuscolare Ah! Sun Flower). La componente improvvisativa che innerva questi brani – pur formalmente impeccabili – e dona loro un senso di fluidità e spontaneità, è preminente nei brevi intermezzi puramente strumentali, pensati come contrappunto sonoro alle altrettanto straordinarie opere pittoriche di Blake: poeta, incisore, pittore, e ora anche ispiratore di queste bellissime, e anch’esse in certa misura visionarie, musiche.
Voto: 8/10