Un Piccolo Mucchio Di Uscite Public Eyesore / Eh?

La californiana Public Eyesore e la sua sub-label Eh?, sguazzabugliano da tempo fra impro, field recordings, elettricità ed elettronica estrema, parecchie ruggini e polveri assortite.
Questo è un veloce resoconto, circa un’intimorente pacco di materiali realizzati fra il 2020 e il 2021, che da tempo stazionano accanto il mio sganghero impianto d’ascolto.
L’afa feroce e un principio di disidratazione aiutano parecchio nel complesso.

“Indochina Soundscraps” di Abigail Smith (da Santa Fe nel New Mexico), è una raccolta di registrazioni d’ambiente raccolte durante un viaggio nel sud-est asiatico nel 2016, tra Cambogia, Laos e Vietnam.
Strade, interni, radio, gracchiamenti vari, voci, canti e danze.
Dentro ma proprio dentro.
Se il nudo e crudo è il vostro, questo è vostro.

Kal Spelletich ha militato nei deragliati texani Seemen (un album su Bomp! nel 1994) ed è transitato anche nel Survival Research Laboratories di Mark Pauline.
Questo “The Blessing Of The ZHENGKE ZGA37RG”, si premura di farci sapere, è stato composto unicamente da strumenti meccanici robotizzati realizzati ad hoc, dunque, nessuna strumentazione conosciuta od utilizzo di field recordings o samples.
Buono a sapersi Kal.
Comunque il tutto, viaggia su stridori simil cordeschi, cupe atmosfere da interno fabbrica, sbattimenti ritmici in loop, martellamenti simil gamelan (My Own Fibonacci System), cortocircuitazioni di simpatica grazia (Tracks Of Machine Tool Motors).
Nell’insieme una visione devasto/sinfonica distante dall’accumulo noise senza senso.
Daje Kal!

Euphotic sono un trio composto da Bryan Day agli strumenti diy, Tom Djil alla tromba/elettronica e Cheryl Leonard a rocce/sabbie/pietre/piume/canne palustri/ossa di pinguino/gusci d’ostrica.
Si muovono impro quasi jazz, con focus sul microsound, parecchi rimandi lignei, elettronica squittente che a tratti sborda noise ma non troppo, piezo in movimento, qualche solo trombettesco (Bristlemouth) e un’ottima resa collettiva.
“Isopleths” è un gran bel disco per momenti di relax alieno!

Tech Riders son duo composto dall’olandese Frans De Waard (Kapotte Muziek, fondatore di Korm Plastics, per un tot di anni in Staalplaat e tanta feroce/sublime/attenta scrittura nel suo magazine online ‘Vital Weekly’) e il norvegese Sindre Bjerga (sua la label Gold Soundz).
I due in occasione di un tour fra Germania e Olanda decidono di non dedicarsi all’ammasso impro e strutturano i materiali in forma più definita.
“For Eternity” vaga in una cupa quiete spettrale, spinta sui toni bassi, lisergicamente sospesa (Eternal Flame), per poi aprirsi dal silenzio alla luce di un sublime, ronzante volo (From Eternity With Love).
Brucia tanto.

“Splendor Falls On Everything Around” del quintetto Realtree, mette insieme composizione e sezioni impro.
Chitarra, laptop, clarinetto basso, violoncello e la cornetta del leader Noah Ophoven.
Piccolo miniature in assenza di tempo, che spiccano il volo per pochi istanti romantici e poi tornano a riposo.
Qualche registrazione di ambiente dai boschi attorno al Lago Superiore ed un procedere spesso sparso a due o tre.
Cameristico, polveroso tepore da queste parti.

Da Los Angeles la compositrice e performer Erin Demastes lavora attorno ai materiali e alla loro percezione.
“Thing Music” è oggetti trovati e trattati.
Riorganizzati, grazie ad un sogno sognato, in colori.
Concreta concretissima, fra raschiamenti, tambureggiamenti, soffi sfiatati, cigolamenti e ruote in ruoto.
Una buona fetta del ciarpame di scarto che ci circonda ben ispezionato.
Fuori dallo sganghero noise, senza mai perder di vista quel che chiamerei azzardando, buonumore

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