Wadada Leo Smith ‘String Quartets Nos. 1-12’

(TUM Records 2022)

Nuova uscita con cui Wadada Leo Smith ha deciso di celebrare degnamente i suoi 80 anni. Riassunto per chi si fosse collegato solo ora: qui trovate l’intervista; qui la prima uscita ‘Sacred Ceremonies’; qui la seconda ‘Trumpet’; qui la terza ‘The Chicago Symphonies’; qui la quarta ‘A Love Sonnet for Billie Holiday’. Ora questo mastodontico box di 7 cd, intitolato ‘String Quartets Nos. 1-12’, che raccoglie tutte le composizioni del nostro per quartetto d’archi. La ricerca di Wadada Leo Smith sulla composizione per quartetto, leggiamo dalle note del corposo libretto, parte dal 1965 fino ai giorni nostri, quando il nostro ha modo di ascoltare tra gli altri i quartetti d’archi di Ornette Coleman, Bela Bartok, Ludwig van Beethoven, Dmitrij Šostakovič, ma anche i giganti del Blues come B.B. KingMuddy Waters, i compositori Scott Joplin, William G. Still, Ulysses Kay e tanti altri. Praticamente Smith si crea un personale spaccato vivo e “risuonante” della musica americana, che arriva fino oggi, quando decide di mettere su pentagramma il frutto della sua ricerca e delle sue riflessioni maturate in questi anni. Lo aiutano nell’impresa il rodato quartetto RedKoral, composto da Shalini Vijayan, Mona Tian, Andrew McIntosh e Ashley Walters, insieme al pianista Anthony Davis, all’arpista Alison Bjorkedal, alla percussionista Lynn Vartan, al chitarrista Stuart Fox, al baritono Thomas Buckner. L’intento del nostro è di creare un’opera coerente, dotata di potenza espressiva che permetta di filtrare attraverso l’ascolto le sue idee sulla performance e la partitura. Inoltre Smith vuole creare un’opera che racconti lo spirito dell’esperienza musicale afroamericana, che dia coerentemente una visione dell’evoluzione della cultura e della storia afroamericana attraverso la musica. Da ascoltatore vi posso dire che riesce nell’intento di appassionare all’opera: le composizioni, eccellentemente eseguite dall’ensemble, mantengono una “tensione d’ascolto” costante che invitano alla concentrazione adeguata a seguire le evoluzioni dei solisti. Non ci sono momenti di stanca, ma lucidità espressiva e piacere dell’ascolto. E Poi le bellissime immagini delle copertine di Risto Vilhunen, sono la cosiddetta “ciliegina sulla torta”. Consigliato.

Voto: 8

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