Fabrizio Modenese Palumbo ‘Doropea’


(Old Bicycle Records 2015)

Un atto d’amore nei confronti della propria città
“Doropea”.
Ai suoi crepuscoli e ai suoi scorci, dove
occhio e animo si riconciliano.
Rifugio accogliente per artisti e
simbolo di speranza e nuove possibilità per la maggior parte
degli altri (negli anni pre-crisi per lo più).
Torino e i
suoi fiumi, il Po e la Dora, le due fontane che li rappresentano in
Piazza C.L.N. (Comitato Di Liberazione Nazionale).
Di strappi e
dolori indicibili (durante la guerra ospitava il comando della
Gestapo) e cruenti passaggi cinematografici (‘Profondo Rosso’ di Dario
Argento
che vi girò alcune scene).
Qui è dove
abita Fabrizio Modenese Palumbo.
Larsen, Blind
Cave Salamander
, Almagest! od in solo come (r), son
traiettorie che lo riguardano piuttosto note.
“Doropea”
è un’ispirato raga metropolitano in due parti.
Di cangiante
struggimento prima, di chiaroscurali tensioni poi.
Tra memorie
folk/classicheggianti e l’urto (vaporizzato) della cultura
industriale.
Rarefazioni da prime luci dell’alba a scacciar la
brina e trattenute torsioni notturne.
Tra viola e organo
elettrici, chitarre trattate, synth, upright piano, voci e
screpolature di noise.
Una meraviglia di sottile nastro.

Voto: 8

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