(Dissipatio 2022)
La notte come ovvio, di fascino e dignità, qualche straccio in struscio prima di un breve volo lungo un viale deserto.
Che nell’intreccio fra l’elettronica slabbrata e le acusticherie sparse, ne esce fuori non un mucchio di ossa rotte quanto, un gentil dialogo, bisbigliato in fonderia dormiente.
Un’omogenea massa di materia concreta in armonizzo sovrappensiero, cola tattile dagli speakers.
Un panorama di cariche statiche in sospensione mormorante, un nastro in stiramento, grumi di luce in controllata caduta, la contemplazione rispettosa di un silenzio.
Poi, tutto si dissolve come cruda nebbiolina elettroacustica, ricca di scorie e rimuginante trasporto, quel giusto che basta.
Voto: 7,5
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