Julius Hemphill ‘The Boyé Multi-National Crusade for Harmony’

(New World Records 2021)

La carriera di Julius Hemphill si può indicare in estrema sintesi per punti apicali: inizia nel 1971 con l’album ‘Dogon AD’, poi arriva la militanza nella formazione di sassofoni di Anthony Braxton, l’album ‘Blue Boyé’ nel 1977. La relativa fama la ottiene nel lavoro con il World Saxophone Quartet che fonda nel 1976 con Oliver Lake, David Murray e Hamiet Bluiett. Hemphill da questa formazione se ne va nel 1989 e si dedica a lavori classici inclusi un’opera multimediale e un balletto. Nell’arco della sua carriera il nostro collabora con svariati artisti quali, tra gli altri, Braxton, Bjork, Bill Frisell. Ora, questo box di 7 cd, intitolato ‘The Boyé Multi-National Crusade for Harmony, titolo che deriva da un progetto di tour di Hemphill, e che esce per la label di classica contemporanea New World Records, permette all’ascoltatore di apprezzare e completare la comprensione dell’arte di questo grande musicista della scena free jazz. Ritornando all’estrema sintesi, artista intenso, melodico, blues. Per averne la riprova ascoltatevi il box che squaderno così: il primo e il secondo cd contengono registrazioni storiche dei tardi anni 70. Il primo disco, intitolato ‘The Boyé Multi-National Crusade for Harmony I’, contiene in massima parte un quartetto con Olu Dara (tromba), Abdul Wadud (violoncello), Warren Smith (batteria), da cui spunti i movimentati brani in salsa free jazz come Dear Friend e Zuli Free Jazz, oltre che At Harmony. Il secondo disco, intitolato ‘The Julius Hemphill/Abdul Wadud Duo’ contiene i duetti con il collaboratore Key Wadud, registrati in un posto e in un luogo non precisato, e qui abbiamo l’anima blues in brani quali Slang e Downstairs. Il terzo disco, intitolato ‘The Janus Company’ e registrato nel 1977, comprende i brani, in trio con Julius Hemphill all’alto e sassofono, Baikida Carrol alla tromba e Alex Cline alla batteria. Tra i brani dove il nostro si diletta in un “agitato” free jazz distillato nel blues, #3 – Improvvisation -#2, Collective Improvvisation. Il disco finisce con una bellissima interpretazione del brano più famoso di Hemphill Dogon AD. Il quarto disco, intitolato ‘Chamber Music’ ci mostra un’altra parte della sfaccettata arte musicale di Hemphill, come il quinto, intitolato ‘Roy Boyé solo and Text’, tra le sperimentazioni più interessanti, sorta di poetry jazz-slam. Il penultimo disco, questo intitolato ‘The Boyé Multi-National Crusade for Harmony II’, la registrazione meno chiara acusticamente del box, spiccano brani come Pigskin che vede Hemphill interagire con il chitarrista Jack Wilkins, e la ballata jazz For Billie, tributo a Billie Holiday. Il disco finale, il settimo, vede Hemphill con Baikida Carrol alla tromba, Dave Holland al contrabbasso, Jack DeJonette alla batteria, con brani importanti quali Mirrors e Dung. Alla fine del viaggio, questo bellissimo box, seppur di qualità audio non eccelsa, tributa il dovuto tributo ad un musicista ancora poco compreso ed apprezzato. Consigliato!

Voto: 9

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