WorldService Project ‘Hiding In Plain Sight’

(RareNoise Records/Goodfellas 2020)

‘Hiding In Plain Sight’ è il disco più duro e viscerale, tanto rabbioso quanto contagioso della punk-jazz band inglese guidata dal tastierista e cantante Dave Morecroft.
Contrariato dalla Brexit, per cui è venuto a vivere a Roma, e per come i politici stanno gestendo la pandemia e arrabbiato per l’aumento delle disuguaglianze nel mondo, Morecroft, con questo quinto disco ha realizzato il lavoro più politico della sua band.
Nonostante qualche cambio di formazione, la band va avanti come un treno, esprimendosi con un sound sospeso tra avant-jaz, punk-jazz e funk, il che è veramente un bel sentire.
Il disco si apre con i riverberi del sax di Deeper che evoca tanto i Corleone di Roy Paci, quanto Daniele Sepe.
L’inquietante linea di basso che domina in Pomped Up Freddy sostiene i cambi di ritmo e le improvvisazioni di un sound sospeso tra jazz-core e funk-jazz, sempre di altissimo livello. Con Where Am I la tagliente melodia di sax si intreccia con la tastiera facendo virare il sound verso un quasi prog, ma lo spezzettamento lo riporta nei ‘ranghi’ dell’improvvisazione.
Con Sex Lies Lies and Lies Morecroft si esibisce in uno spoken word in italiano contro le circostanze politiche e personali che lo hanno portato a sradicare la sua vita e a stabilirsi a Roma su un tappeto jazz-funk-soul intenso e dai risvolti epici in crescendo. The Kipper and the Pie, dedicata alla Gran Bretagna e in particolare alle bugie spudoratamente messe in fla dal premier Boris Johnson nel tentativo di nascondere le conseguenze della Brexit, il quintetto si lascia andare ad un jazz-prog che fa ripiombare l’ascoltatore negli anni ‘70 del rock politico degli Area.
Se The Higgly Giggly Wiggly Woo sembra più un divertissement jazz-metal-funk, Vendetta è intriso di noises violenti tanto quanto quelli Fantomas, ma con le ultime Europhiles e Onward il clima si distende verso un soul-jazz con alcuni accenni di funky.
Disco necessario!

Voto: 8,5

Vittorio Lannutti

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