Coh ‘Music Vol.’


(Mego 2016)

Una cinquantina di minuti cosmico/isolazionisti impalpabili e
irritanti.
Giochi di ombre e spippolamenti simil-citofonici persi
nel buio, qualche frequenza sottile che ogni tanto armonizza.
Il
bric a brac tipico, scultoreo e serioso.
Post elettronico si, post
agonico di certo.
Il russo Ivan Pavlov da quasi vent’anni
batte il ferro in un ampio scatafascio di produzioni.
Sarò
io che son grezzo e cafone, ma il Lustmord in version Arecibo
se lo pappa a colazione (“Trans Plutonian Transmissions”
lo trovate facile in giro).
Fuori dal mio tempo e dalla mia
casa.
Per stati di fresca depressione estiva e buono per i tremiti
del giorno dopo.
Qualche genio sofisticato lo troverà
minimale, intimo e meditativo.
Io solo polvere dissolta dal
vento.
Mi aggrappo a un cdr sbrecciato dei Logoplasm e
trovo salvezza e conforto.
Il pub sotto casa a chiuso, questo è
grave.
State avvisati.

Voto: 4

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