Stefano Pilia

‘Healing Memories in present tension’

 

‘Healing Memories in present tension’

(last visible dog 2003)

Stefano Pilia è uno dei musicisti che sta venendo a galla all’interno della sempre più stimolante scena italiana; anch’esso reduce da formazioni punk, stralci del passato militati in formazioni emo (i Settlefish per esempio), o la vicinanza ‘ideologica’ con certe realtà promozionali hardcore come la “Heroine”, inaugura un presente diverso non per intenti, (invariato è lo spirito auto produttivo e la carica passionale nell’affrontare i lavori), ma per la matrice dei suoni inglobati nella propria musica. ‘Healing Memories In Present Tension’: un primo gradino in salita cha testimonia l’appeal subito per la sperimentazione sui generis. La visione è ampia e si potrebbe disegnare una mappa marcata da un approccio iniziale con i numi tutelari della drones music (La Monte Young, Terry Riley, Charlemagne Palestine e Tony Conrad cui sento il legame più saldo) il cui centro reca aperture a 360° su architetture ambientali leggere e cristalline, ed infine un arrivo, dove ad attenderci troviamo i neri scuri, pensierose malinconie calibrate da una chitarra posata nelle mani (la strumento base di Pilia) di Loren Mazzacane Connors (lo spettro del blues) e Roy Montogomery (lo spazio infinito del suono). Il complesso paesaggistico nell’istante in cui scrivo rievoca (potrebbe essere d’aiuto tutta l’ascesa cui è vestita la prima traccia) le atmosfere assaporate di recente dai Minamo in ‘Beautiful’. Penso in primis ai giapponesi, anche se le radici possono apparire dissimili, per la carica rilassante cui imprimono al suono, ma anche per l’ampio utilizzo della strumentazione acustica. Pilia crea e ricava il tutto basandosi unicamente sulla chitarra e sulle proprie superfici risonanti. Comunque avendo trapelato un background rock non menzionare i citazionismi folk di band come i Dirty Three è un’azione effimera nei confronti dello stesso che ci tiene a sottolinearlo, definendo in particolare la successiva Healing Memories, come una menage tra ambient, folk e rock. Sicuramente quest’unica uscita per i tipi della Last Visibile Dog riesce in parte nel mostrare la personalità, nonché i vari campi in cui si muove il nostro. Soffermarci su Bologna, la città in cui vive, allarga ulteriormente gli orizzonti per la costante collaborazione con Valerio Tricoli e Claudio Rocchetti (i tre insieme a Renano Rinaldi ed altri musicisti del collettivo Ixem sono i titolari dell’estemporanea performance tenutasi all’interno di Superfici Sonore, dove la fonte auditiva di partenza veniva estrapolata da alcuni microfoni a contatto posizionati su di una rete metallica). Un disco dove il perno, acustico o digitale che sia, rimane l’armonia…facile catalizzatore per spingere i pensieri in ricordi passati. E se l’autentico piglio ‘artigianale’ la fa da padrone riuscendo a riscuotere risultati soddisfacenti, ma soprattutto immensi paesaggi in cui far navigare ad ognuno di noi ricordi racchiusi nella memoria, non possiamo scordarci di uno che traendo linfa dalla propria sei corde è riuscito a creare spazi infiniti. Penso a Rafael Toral, alla maturazione raggiunta con ‘Aeriola Frequancy’ ed al più recente ‘Violence Of Discovery and Calm Of Acceptance’.
A bando paragoni… scuole….similitudini..…(s)chiudo le porte con il consiglio di avviare il contatto con l’inverno entrante.

 


 

intervista

Potremmo cominciare con il classico rituale del tuo percorso formativo dagli albori fino alla strada intrapresa verso nuove forme musicali?

Allora. Ho incominciato suonando il basso nei gruppi punk–rock di Genova, la
città in cui sono nato. Poi durante i tempi del liceo mi sono trasferito a
Bologna ,dove tutt’oggi vivo e dove ho iniziato ad interessarmi a moltissima
altra musica trovando cose che mi piacessero praticamente in ogni direzione…
dall’etnico alle avanguardie…e così ho incominciato a suonare anche il
contrabbasso e la chitarra interessandomi sempre più sia all’improvvisazione che alla composizione ma senza abbandonare mai del tutto le mie origini. Qui a
Bologna, infatti, ho suonato per due anni con i Settlefish con i quali abbiamo inciso un disco per Deep Elm e al momento suono in una neonata band molto più punk dal nome The Suicide Club di cui uscirà forse presto qualcosa.

“Healing Memories in Present Tension” dal primo ascolto sembra direzionarsi in quel filone meditativo,armonioso: caro alla Drones music. Rimanendo nel presente, vuoi per la presenza della chitarra, l’unione con Rafael Toral è la più lampante per il suono circolare. Ma andando a ritroso nel tempo sei un appassionato di certa scuola che potrebbe spaziare dache Terry Riley, Brian Eno…Nuno Cannavaro?

Tutti i nomi che citi sono tra i miei ascolti preferiti.. a questi, tra i “classici”, aggiungerei anche Palestine, La Monte Young, Dreyblatt , Conrad e altri minimalisti per quel tipo di suono così estatico e ricco di armonici…Grossa parte del minimalismo e certa ambient music hanno aperto strade che mi hanno ispirato moltissimo e con cui mi sento estremamente coinvolto e partecipe… credo però che componente forse ancor più  fondamentale per questo mio lavoro sia da ricercarsi in un certo tipo di ambient-folk-rock….. credo che per almeno due delle tracce di healing si possa parlare di vere e proprie drone-ballads

Nel complesso ti sei ispirato ad un tema conduttore particolare?

Non ad un tema narrativo, né descrittivo in particolare…ciò che più mi interessava era trovare un tempo ed uno spazio sonoro che evocassero in chi ascoltava propri ricordi e immagini, intimi ed introspettivi…ho pensato che ciò fosse ottenibile al meglio lavorando principalmente in due direzioni: da una parte il suono e le risonanze della chitarra, dall’altra, più tradizionalmente, l’uso di armonie e melodie…sentivo in determinati e semplici passaggi armonici e in un certo modo di sospendere la melodia un potere evocativo che mi affascinava parecchio e che poteva essere amplificato al meglio facendo risaltare tutto l’aspetto dronico del suono, che già per sua natura induce una sorte di trance meditativa

Particolarmente in ‘Healing Memories’ il suono della chitarra risalta senza compromettersi con aggiunte digitali, ricordando certe malinconie care sia a Loren Mazzacazane Connors cheRoy Montgomery…anche tu sei dello stesso parere?

Mi fa piacere che ti abbia ricordato alcune atmosfere di Mazzacane … è uno dei miei chitarristi preferiti!… Purtroppo lo scoperto tardi!  Specie in questa traccia io sento qualcosa di molto vicino ai Dirty Three. Tengo a precisare che tutto il lavoro sul suono non ha praticamente nulla di digitale, ed , ad eccezion fatta per la prima traccia, si tratta interamente di una registrazione live. Il tipo di suono ottenuto è unicamente il risultato dell’utilizzo di diverse
tecniche esecutive sulla chitarra e del tipo di raccolta dell’informazione sonora .Con Valerio abbiamo deciso di raccogliere ciò che suonavo anche attraverso varie superfici risonanti in modo tale da poter accentuare ancor di più determinate informazioni. Ho voluto fare questa precisazione per chiarire il riferimento al suono che tu hai fatto…in effetti, Healing Memories e Present Tension sono le tracce che più si avvicinano ad un suono e ad una composizione più “tradizionalmente”chitarristica.

Se si, in seguito noto sia attratto anche da scenari aperti, riflessivi. Ad esempio nella successiva calata ambient di ‘Deep Night Blanket Makes Us ……’ sono protagonisti costanti per l’intero percorso.

Si sono d’accordo…in particolare in riferimento a questa traccia …ma in generale credo che il leit–motiv rimanga comunque qualcosa che dipende dall’ascoltatore…per me è qualcosa di legato alla memoria.

Bologna: la città in cui vivi…ancora oggi continuo a ricevere l’impressione di un legame maggiore per il rock che verso tendenze elettroniche….potresti smentirmi a riguardo, vista anche la presenza di Valerio Tricoli, Claudio Rocchetti….cosa sta maturando?

In effetti è così .. però mi pare stia crescendo sempre più l’attenzione e l’interesse per le influenze elettroniche, almeno da parte del pubblico. L’ultima edizione di Angelica ha visto ospiti Ikue Mori, Pauline Oliveros e Stockhausen per esempio. Poi, sempre l’anno scorso c’è stato il Netmay a cui hanno partecipato anche Fennesz e Pita. Quest’anno ci saranno tutta una serie di concerti al RAUM all’interno di una
rassegna dal titolo Desco music organizzata da Valerio e Claudio che ha già visto ospiti  Domenico Sciaijno,  Brandon Labelle e Giuseppe Ielasi e vedrà ospite anche Jen Morris e Kaffe Matthews.

Quindi per il rock hai qualche nome da segnalare …da conoscere, da ascoltare, da condannare?

A Bologna, tra i più vecchi, a parte i tanto da me rimpianti Massimo Volume dei primi periodi, citerei sicuramente Three second kiss…dal vivo hanno un suono incredibile! In Italia in genere: With Love, Short Apnea , Madrigali Magri…e tra i più giovani  trovo molto validi LaQuiete, Death of Anna Karina e To The Ansaphone…tutti e tre hanno pubblicato materiale per HEROINE RECORDS un’etichetta di Forlì che sta diventando molto interessante e poi gi ai joe, un duo di basso e batteria formidabile e Rosolina Mar di cui uscirà, credo, un disco su Wallace.

Osservando sul sito della IXEM sono incappato nella performance avuta col citato Tricoli…oltre una descrizione dettagliata per chi non era presente (compreso il sottoscritto) a Firenze quei giorni quali sono i tuoi rapporti/idee con la scena italiana?

La performance che abbiamo realizzato con Renato Rinaldi, Andrea Belfi e Claudio, consisteva nel generare il suono da una rete metallica trovata sul luogo che abbiamo amplificato principalmente con microfoni a contatto… Il tutto partiva da un sottile drone acustico che andava lentamente crescendo ed evolvendosi tramite l’amplificazione e l’ausilio di altri strumenti sia elettronici che acustici. Da questa performance è nato, con Claudio e Valerio, il progetto dei 3/4 had been eliminated, progetto con il quale abbiamo già registrato e montato parecchio materiale, direi, sostanzialmente diverso dal tipo di lavoro presentato dal vivo e in cui convergono i nostri tipi di ricerca musicale.
Suoneremo nuovamente dal vivo come 3/4 insieme a Renato a Bologna per ILM Italian Live Media il 24 Ottobre proponendo lo stesso tipo di performance, questa volta ovviamente con oggetti diversi.
Poco dopo Firenze sono entrato a far parte di IXEM un neonato collettivo di musicisti che praticano con l’elettronica molto eterogeneo…di molti di loro, a parte i già citati, conosco ancora poco il lavoro e quindi non posso dirti di più. Chi mi ha colpito molto positivamente a Firenze e dai lavori che ho sentito ci sono sicuramente Domenico Sciajno e Giuseppe Ielasi che credo non abbiano bisogno di presentazioni; i Logoplasm che portano avanti anche l’etichetta S’AGITA con un ormai già folto catalogo; Rcf e Andrea Belfi che ha realizzato per la sua etichetta Chocolateguns un bellissimo primo disco; Fhievel e Luca Sigurtà che credo abbiano già pubblicato diversi lavori su S’AGITA ; Pierpaolo
Leo di cui però non ho mai sentito alcun lavoro.

Progetti per il futuro, sei impegnato anche in altre forme espressive oltre la musica?

A parte gli 3/4 had been eliminated, un lavoro fatto con Valerio che si chiama Concrete Eloquent e che speriamo veda presto la luce, il mio ultimo lavoro che ancora non ha titolo e soprattutto dei progetti con Giuseppe, Renato, Andrea e Riccardo Wanke, ancora embrionali ma a cui tengo già moltissimo, anche perché sono tutte persone davvero speciali. Per quanto riguarda altre forme espressive…sto progettando delle installazioni ma ancora non c’è niente di concreto.
E non so se mai riuscirò a realizzarle.

Con una certa malizia vorrei porti la questione: ‘CD vs Cdr’…una tua opinione a riguardo, data la mole di musica interessante prodotta con fatica su questo formato.

Quello che a me interessa è la qualità della musica che non dipende certo dal
tipo di formato su cui viene messa almeno qualora questo non pregiudichi una
buona qualità di ascolto.
Esiste ottima musica e pessima musica tanto in cd quanto in cd-r.
Tanto più, non vedo, almeno per il momento, alcun tipo di controversia
filosofico politica o economica legata alla diffusione e produzione dei cd-r
In realtà a me par essere un falso problema.

 


 

Sergio Eletto