Gentle Sofa Diver ‘Off the fish tank’

(Non Ti Seguo Records 2021)

Il tuttofare Luca Baiocchi, pesarese per nascita e bolognese per scelta, costruisce un album che ci fa immergere non solo nel sofà, per gettare uno sguardo al di fuori dell’acquario (come vuole il titolo dell’album), ma anche nell’atmosfera del post-rock anni 80, che diventa un post-post rock anni 20. I brani sono composti tutti da Baiocchi che canta e suona chitarra, basso e batteria e solo in Embrace si fa aiutare per gli arrangiamenti degli archi da Luca Vagnini. Il giovane cantautore dà una buona prova di sé. Prima di raccogliere qualche informazione per questa breve recensione, non avrei mai detto che il sound ben impastato e le strutture efficacemente capaci di delineare canzoni convincenti fossero opera di un unico giovane musicista (che nella vita è pure medico).
Per chi, come me, negli anni ’80 ha trascorso l’adolescenza, il disco, è vero, non è una novità assoluta. Semmai è una post-novità (se così si può dire). Riporta alla mente gruppi come Sonic Youth e Joy Division: gruppi con cui peraltro in un periodo, in cui stavo passando ad esplorare altri territori (in particolare quelli del jazz), non ho mai avuto grande dimestichezza, avendo formato il mio gusto per il rock, a parte qualche eccezione (Police, Talking Heads), con l’ascolto dei mostri sacri della generazione precedente (per es. Rolling Stones, Led Zeppelin, Bowie, Doors, Deep Purple, King Crimson e poi e soprattutto Beatles, Beatles e ancora Beatles). A parte la tendenza, a volte un po’ stucchevole, a illanguidire troppo le melodie cullanti della voce e a iterare eccessivamente pattern e sequenze accordali, il percorso che il gentile diver nel divano ci propone è interessante. I testi introspettivi sono incastonati in un tessuto sonoro che è costruito sugli arpeggi della chitarra acustica e sul contributo della distorsione di quella elettrica e che si avvale di una ritmica semplice e solida. Anche i brani musicali (Seaside winter postcard e In the fish tank ) offrono atmosfere avvolgenti e, senza manifestare particolari virtuosismi (probabilmente inutili in questo contesto), preparano bene alle successive melodie vocali. In tal senso è apprezzabile il brano conclusivo, Home: una lunga e ripetitiva introduzione – la parte più cospicua dell’intero brano – lascia poi emergere una melodia della chitarra in “controcanto” su cui affiora il “mantra” vocale “come back home” con cui il disco si congeda con un bel finale.

Voto: 7

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