Cosse ‘Nothing belongs to anything’

(A tant réver du roi/Grabuge/Believe 2020)

I prigini Cosse si muvono lungo le coordinte del migliore post-rock, per la precsione quello che va a braccetto con il noise.
Sullo sfondo troviamo gli echi degli Slint e dei Sonic Youth della seconda metà degli anni ’90, proprio quando imperversava il sound di Chicago e i newyorkesi ne furono affascinati.
I cinque brani di questo lavoro, tutti compresi tra quattro e i sei minuti sono complessi e variegati con vari di cambi di regitro stilistico, a dimostrare l’alto livello di concettualità del gruppo parigino. In altre parole l’approccio è lo stesso dei Gospeed You! Black Emperor, tanto per restare in un ambito post rock contemporaneo.
Il disco parte con le aperture del benvenuto di Welcome newcomers, introdotta da un suite strumentale di due minuti seguita da un intrignte intreccio tra post rock e post punk. I cambi di registro stilistico sono presenti prevalentemente in Pn skin, caratterizzata da rimandi, velocizzazioni e tanta tensione, stemperata dall’intensità e dalla profondità di Sun, forget me!. Tuttavia, il brano migliore è The ground, brano tanto nervoso, quanto aperto con rallentamenti e ripartenze stentate ed insicure.
Un debutto molto interesante che sicuramente non passerà inoservato.

Voto: 8

Vittorio Lannutti

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