Carl Stone ‘Himalaya’


(Unseen Worlds 2019)

Il legame del compositore californiano Carl Stone – nome storico della sperimentazione elettronica colta – con il continente asiatico risale ai tempi in cui, sul finire degli anni Ottanta, il Nostro soggiornò a Tokyo per un paio d’anni. La città giapponese, da lui definita l’impero dei suoni, lo sedusse in modo indelebile: i più svariati suoni della metropoli furono dal lui registrati e campionati per produrre un magnifico ed elettrizzante lavoro, ‘Kamiya Bar’, che è forse il referente più diretto, seppur lontano nel tempo, di quest’ultima fatica di Stone, uscita per la Unseen World a pochissimo tempo di distanza da ‘Baroo’. Nelle prime quattro tracce di ‘Himalaya’ Stone utilizza il proprio ormai consolidato repertorio di campionamenti, loops, reiterazioni e sovrapposizioni, per costruire scenari urbani e danzerecci, in cui scompone e ricompone da par suo frammenti di musica pop asiatica, insieme a elementi di musica rock, disco e hip hop, che perdono parte della loro identità originaria per acquisirne una nuova, più complessa ma egualmente coinvolgente: in una maniera non dissimile da quella perseguita dagli artisti della Pop Art, anch’essi imbevuti di una solida impostazione concettuale. Le stratificazioni sonore di Stone di fanno decisamente più rarefatte nelle ultime due tracce del CD, dove in primo piano emergono importanti contributi vocali. Se in Fujiken si tratta delle voci di cantanti vietnamiti, che si susseguono e si alternano sopra gli avvolgenti drones intessuti dall’Autore, nel conclusivo Himalaya la protagonista assoluta è la vocalist giapponese Akaihirume, che ci trasporta – con la collaborazione discreta e calibrata di Stone – in un mondo di soffusa bellezza: una paesaggio sonoro rarefatto e sognante, increspato da un canto suadente, malinconico, estatico. Ancora una volta, il maestro californiano mette a frutto tutta la sua abilità nel trasformare – come recitano le note di copertina – il ritmo in atmosfera, la canzone in battito, la musica pop in musica d’arte.

Voto: 8

Filippo Focosi

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