Aruán Ortiz Trio ‘Hidden Voices’


(Intakt 2016)

Insieme a Eric Revis (basso) e a Gerard Cleaver (batteria), il giovane pianista cubano, oggi residente a Brooklin Aruán Ortiz, presenta una nuova brillante edizione del classico trio jazz piano, basso, batteria. Il jazz dei maestri (Ornette Coleman e Thelonious Monk sono presenti nl CD con due brani: Open & Close: The Sphynx e Skippy) si fonde con la solare tradizione cubana (che vive un po’ ovunque nel disco, ma in alcuni brani, il tradizionale Un, dos, tres, que paso más chévere e Caribbean Vortex, diventa protagonista) e con la musica colta di stampo europeo. Da quest’ultima, in particolare, Ortiz desume la sperimentazione rumoristica, qui subito indirizzata alla scoperta della bellezza estetica del suono che possiamo ascoltare nel rumore (Joyful Noises), e soprattutto la ricerca di principi costruttivi, che variano dalla matematica dei frattali (Fractal Scketches), al disegno architettonico (Analytical Symmetry, Arabesques of Geometrical Rose (Spring); (Arabesques of Geometrical Rose (Summer)), alla sperimentazione ritmica (17 Moments of Liam’s Moments (or 18)). Limpido, chiaro, preciso è il sound del gruppo, con una menzione particolare per il tocco espressivo di Ortiz. Nel complesso, è un ottimo disco, in cui i grandi piano trios del passato (quelli di Corea, Hancock, Monk….) trovano una nuova voce.

Voto: 10

Alessandro Bertinetto

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