Scatole Sonore

File Under: free elettro-acoustic improvvisation.

 

Di sergio @ eletto 

Ormai non solo pochi eletti ne sono a conoscenza, proprio di recente importanti e accorte testate musicali hanno aperto gli occhi e le pagine dei propri magazine all’iniziativa denominata Scatole Sonore: partorita grazie all’impegno quasi militante (estrapolando da ciò tutto il valore politico racchiuso nel termine) di diversi artisti e musicisti capitolini, interessati da anni allo sviluppo di nuove forme sonore e visuali (non più) utopiche. A muovere i fili di questa realtà vi è stata all’inizio l’unione nel 2005 di due entità distinte, quali l’associazione culturale L’ANTASCORREVOLE e l’etichetta indipendente elettro-acustica IDROSCALRODISCHI: responsabile, inoltre, dell’operazione battezzata “disco compatto numero 1……
Tra appena pochi giorni partirà ufficialmente la seconda edizione di concerti che ha visto nella stagione precedente prendere corpo serate ‘a presenza collettiva’ dove gruppi, musicisti ed artisti multi-mediali proiettavano la loro arte, seguendo due schemi differenti e vicini al tempo stesso; la fase iniziale osservava figurare la forma-mood ‘individuale’ del musicista/i e dopo, al calare della notte, salpava impazzito lo ‘stadio finale’, ossia una libera contaminazione, profondamente radicale, tra i gruppi presenti e le relative lingue sonore adoperate.
Così che si sono visti intersecati dentro un solo contenitore (ben Kompatto) i cuori dei Logoplasm, di Dr Who, di Anofele e Maath – la prima serata del 01/01/05 – quelli di Roberto Fega, Fabrizio Spera, Burkhard Beins, Punck, la verve avant-jazz dei due musicisti della pugliese AFK, Vito Maria LaForgia e Giuseppe Mariani, improvvisare liberamente con i Kar e con la voce ‘penetrante’ e calda di Tiziana Lo Conte…
La lista dei partecipanti e degli ospiti è bella lunga, bisognerebbe seguitare e nominare ancora Andrea Marutti, Roberto Bellatalla e l’eclettica Madame P, ma leveremo il gusto di scoprire pian piano, e con curiosità, le trascorse jam-session romane.
Tra parentesi, sono stati pubblicati sin’ora cinque diversi cd-r che documentano rispettivamente tutte le serate messe in piedi dall’organizzazione. Ogni disco raccoglie in sé solo le lunghe improvvisazioni finali che, come dicevamo all’inizio, vedevano interessati in un solo dialogo tutti gli invitati del momento.
Suoni, rumori, immagini, movimenti, ragnatele multi-formi e multi-colori, danze di frequenze e di schiamazzi – apparentemente – invisibili, totalmente improvvisati dall’inizio alla fine: uno dei principali perni di codesti frangenti era – e rimane – l’improvvisazione tout court, ‘emancipata’…collettiva.
Una peculiarità che si accosta, certamente, agli esperimenti di un tempo dell’AACM o di altre associazioni pro-artistiche radicali, ma che racchiude in se tutto il lato ‘MODERNO’ e sperimentale della nuova musica elettro-elettronica, elettro-acustica, improvvisata, ambient, industrial o, più semplicemente, universale e libera.
Ho deciso di dividere questo viaggio, però, in più segmenti – capitoli – per far sì che questo discorso, partito poco tempo fa, non cada nel dimenticatoio e che rimanga a galla con una certa costanza.
Come primo frangente di quest’avventura, ho deciso di cominciare, discutendo dell’iniziativa, con i diretti responsabili e di proseguire in futuro con un esame dettagliato dei dischi licenziati fino ad oggi. In più, a questi percorsi, verranno affiancati i reportage sui nuovi concerti in programma per l’imminente stagione autunnale, il cui esatto calendario delle prime quattro sere è presente nella lista dei concerti di Kathodik.
A parlare sono Marco Carcasi, metà dei Kar e forsennato sostenitore dell’iniziativa, insieme a Giordano Giorni, artista teatrale contemporaneo e ideatore in compagnia di Maddalena Gana del duo performativo Giano: presente anche a Macerata all’interno della serata di “Scatole Sonore incontra Macerata” organizzata dentro il cartellone dello Spam’ Festival.
Nel testo che segue, le risposte dei protagonisti non evidenziano con precisione i pensieri di uno e quelli di un altro, ma scorrono uniti dentro un unico e inarrestabile flusso.
D’altronde si parla a nome di un’associazione, di una sola entità artistica, che muove i propri passi all’unisono e cercando sempre di evitare ogni forma di frammentazione e di (inutile) protagonismo individuale degli artisti-partecipanti, interni all’operazione.

Intervista:

Come nasce e soprattutto da quale precisa esigenza prende forma l’iniziaitiva di Sc.So.?
Scatole Sonore, all’origine, nasce principalmente dall’unione fra l’associazione culturale L’ANTASCORREVOLE e l’etichetta IDROSCALODISCHI all’inizio del 2005.
Ci interessava sondare e scandagliare zone di confine artistiche con la volontà di creare una rete di interferenze/collaborazioni fra artisti operanti nei più svariati campi della ricerca;
creare una zona libera e consapevole di interscambio e riflessione fra le arti contemporanee, un’ipotetica mappa in evoluzione aperta ai dubbi e alle mutazione che la ricerca comporta; generare rapporti/unioni dalla temporalità indefinita.

Quale forma-mentis caratterizza le sere progettate, osservandola da un’inquadratura alta… in generale?
Le serate al RialtoSantambrogio di Roma – che premurosamente ci ha accolto ogni primo giovedì del mese, a partire dal primo dicembre 2005 – si caratterizzano per la presenza di una duplice lente espositiva, sospesa tra sala concerti e vera e propria ‘sala action’.
Nello spazio sonoro si incrociano una serie di suoni e visioni talvolta al limite; incontri/scontri tra digitale ed analogico; strutture disarticolate e spasmi free jazz, campionamenti organici e strumentazione fai da te; sollecitazioni fisiche e stasi meditative.

Vi sono particolari scelte nel ‘selezionare’ (pardon per il termine non troppo felice) i musicisti-artisti?
La scelta dei partecipanti è un’indagare divertito – speriamo interessante! – fra gli stati/forme irregolari delle nostre periferie mentali.
Nomi con impressa chiara sulla pelle l’ansia patogena dell’andare oltre.
Un ventaglio di nomi spesso scontrosi e non concilianti che incrociano le proprie sensibilità in maniera attiva, tramite improvvisazioni collettive- a fine serata – sempre in bilico e senza rete.
Questa è l’unica maniera ‘sensata’ per poter comprendere un programma che coinvolge situazioni artisticamente distanti per proposta e stile come:
MAATH, ANOFELE, DR. WHO, LOGOPLASM, ROBERTO FEGA, FABRIZIO SPERA+BURKHARD BEINS, PUNCK, KAR+TIZIANA LO CONTE, GIUSEPPE MARIANI e VITO MARIA LAFORGIA (AFK rec.), MADAME P, ROBERTO BELLATALLA, ANDREA MARUTTI (AMON/AFE rec.), LUCA VENITUCCI, YIN, DAVIDE TIDONI+NARK BKB, TIRRIDDILIU, URKUMA, ØKAPI; i pre ed i post-audio-set di MARVIN LEE.

Come si azione lo studio dello spazio performativo-espositivo?
Lo spazio action accoglie attori ed artisti visivi – quadri, video, istallazioni, ecc. – con un desiderio in progress da mostrare.
Una palestra aperta sullo sviluppo/allenamento di nuovi sguardi e/o nuove attitudini.
Esseri umani alla ricerca di un posto dove stare – per poter fare! – con la necessità d’incubare ed elaborare un nuovo spazio-linguaggio.
12 ACTION con performer e suoni di:
ANGELA DEI GIUDICI/STEFANO MASCARO; MANUELA CARAFFA/EMILIANO PANEPUCCIA, SIMONA PIETROSANTI/GIANO, MARCO SABATINO, FLAVIO ARCANGELI-ALESSANDRA CRISTIANI/FEDERICO SCALAS, CATERINA SILVA (dai MOTUS)/ DIEGO SEPE, MADDALENA GANA.
Artisti ‘visivi-installativi’ come: Gianluca Rondina, Giordano Giorgi, Lorenzo Bruschini, Lorenzo di Ciaccia, Stefania Salvatori.

Parlereste un po’ della serie di cd-r nata da ciò e dell’essenza racchiusa dentro?
Delle serate rimane testimonianza – pubblica – sonora tramite cd-r a tiratura limitata in 50 copie degli ensemble improvvisativi finali che coinvolgono tutti i musicisti della serata.
Le copertine dei cd-r ritraggono gli artisti performativi e visivi delle serate.
Una collana di possibili unioni future?
Presuntuosamente l’ennesima piccola dimostrazione che nel campo del ‘sentire’ non esistono barriere di sorta che tengano.
Già editate ed in vendita sono le improvvisazioni tra:
– MAATH, ANOFELE, LOGOPLASM E DR. WHO.
– ROBERTO FEGA, FABRIZIO SPERA+BURKHARD BEINS, PUNCK.
– KAR+TIZIANA LO CONTE, GIUSEPPE MARIANI e VITO MARIA LAFORGIA (AFK rec.)
– MADAME P, ROBERTO BELLATALLA, ANDREA MARUTTI (AMON/AFE rec.)
– LUCA VENITUCCI, YIN, DAVIDE TIDONI + NARK BKB
(n.d.a: rimane ancora nel limbo, e quindi in sospesa, la release contenente la impro-session tra Tirriddiliu, il pugliese Urkuma e Dj Økapi)

In futuro, quale sarà il modo di ‘agire e pensare’ ?
Chiaramente questo non è che un piccolo spiraglio aperto su di una scena extracolta italiana in continua crescita esponenziale, che ‘personalmente’ necessità di una presa di coscienza collettiva sulle proprie peculiarità espressive e sulla necessità di esporsi come, vero e proprio, movimento e non come bricolage da dopolavoro ferroviario.
Logicamente la nostra esperienza prende spunto da situazioni analoghe come: CERVELLO A SONAGLI e l’ancora attivo IATO che sono state stimolo e incitamento nello sviluppo di una visione critica in espansione dell’essere generatore e consumatore di suoni.
Ma scatole sonore non è soltanto una rassegna chiusa fra le mura della propria città, infatti venerdì 10 marzo c’è stata la prima data a Bologna presso l’ XM24. La visione nata dal lavoro su SCATOLE SONORE ha prodotto un modo, un format espositivo che stiamo cercando di ‘esportare’ in giro per l’Italia, in modo tale da creare una rete ‘democratica’ che includa e permetta anche a cellule artistiche più isolate di avere eguale spazio pubblico.
Creare un tessuto connettivo che faccia delle ‘differenze’ la sua forza e della disponibilità operativa/accrescitiva di ogni coinvolto il suo nutrimento.
L’idea è creare un corpo che accolga un modo, un’intenzione:
generare nuovi campi espositivi.

SCATOLE SONORE è composta attualmente da Giordano Giorni, Marco Carcasi, Tiziana Lo Conte, Danilo Oleandri, mentre all’origine comprendeva anche Mario D’Andreta (aka Dr Who).

Utili punti guida telematici:
scatolesonore@yahoo.it
www.scatolesonore.org
www.rialtosantambrogio.org

Ps: Ci vediamo alla prossima puntata con la prima uscita in cd che vede assieme Logoplasm, Dr Who, Anofele e Maath.