(Da Vinci Jazz 2024)
Non sorprende leggere, nelle note introduttive a questa recente pubblicazione della Da Vinci Jazz, che il progetto sfociato nella realizzazione di questo bel CD e denominato “Cohors” abbia ottenuto ottime accoglienze e prestigiosi riconoscimenti (tra cui il premio “Nuova Generazione Jazz 2024). Si tratta infatti di una operazione riuscitissima, quella del sestetto guidato dalla cantante Valentina Fin, che ci presenta sette composizioni vocali provenienti dal repertorio rinascimentale e barocco, rileggendoli in chiave jazz ma più in generale contemporanea. I bellissimi temi scritti da penne del calibro di Dowland, Monteverdi, Saces, Gesualdo, Purcell vengono interpretati magistralmente dalla Fin, che ne restituisce – esaltandola – la purezza melodica, per poi, di tanto in tanto, deviarne – assieme ai suoi valenti sodali – il flusso verso lidi non ancora immaginabili dai suddetti compositori, lidi che si nutrono del linguaggio del jazz e dell’improvvisazione. Il tutto con grande discrezione e finezza, senza, per così dire, fare violenza alle partiture originali, che rivelano anzi inaspettate potenzialità espressive, sfruttate appieno dal sestetto, abile nell’innestare variazioni – armoniche e ritmiche – nei temi, e nel “trascinare” le melodie ora dolenti ora danzanti delle composizioni originali in situazioni musicali “avventurose”, che talora sfiorano nell’astratto, senza mai perdere di vista tuttavia il peculiare carattere emotivo che le informa. Altro punto di forza del progetto “Cohors” è l’impasto timbrico, assai affascinante e ricco di screziature, che la combinazione di strumenti come (oltre alla voce) trombone, chitarra, viola da gamba, contrabbasso, batteria ed elettronica, riesce a creare: un impasto anch’esso volutamente in bilico tra antico e moderno, con una generale prevalenza per i registri bassi. Mondi musicali ed espressivi che, grazie alla Fin e al suo quintetto, si incontrano e si ridefiniscono a vicenda, regalandoci una esperienza d’ascolto davvero unica.
Voto: 8/10
