Blazewicz, Majkusiak, Przybylski ‘Polish Accordion Concertos’

(Naxos 2022)

Con questo bellissimo Cd, la Naxos apre una finestra sul repertorio per fisarmonica e orchestra proveniente dalla Polonia, presentando tre concerti di altrettanti protagonisti della musica classica polacca della seconda metà del Novecento. L’apertura è di quelle che lasciano il segno: il Concerto di Marcin Blazewicz (2012, in prima registrazione mondiale) aggredisce sin dal primo istante l’ascoltatore con figurazioni ritmiche incalzanti degli archi, che si rincorrono e si sviluppano in dense trame polifoniche, nelle cui maglie si inserisce a tempo debito la fisarmonica, che intona motivi spigolosi, dalle sonorità allucinate che acuiscono una tensione che non viene meno nemmeno nel movimento centrale, nonostante alcuni passaggi di carattere introspettivo. Se nei primi due movimenti i riferimenti potevano essere autori come Bartok, Schnittke o Penderecki, nell’allegro conclusivo affiorano alla mente le iterazioni ritmiche di un Nyman, qui utilizzate per suggerire, più che direttamente richiamare, atmosfere folkloriche. Il riferimento al materiale vernacolare è invece ben presente nel Concerto Polacco di Bronisław Przybylski (1973) e nel Concerto Classico di Mikołaj Majkusiak (2001), sottoforma, rispettivamente, di danze polacche e tango argentino. Tali spunti folklorici – grazie a una scrittura estremamente fantasiosa (anche dal punti di vista timbrico) che oscilla tra neoclassicismo e postmoderno – sono ora sviluppati, ora incastonati in pannelli giustapposti, in modo da suggerire trame narrative che, specie nel concerto di Majkusiak, si fanno particolarmente dense e coinvolgenti. Anche qui, come nel concerto di Blazewicz, al solista Baran Klaudiusz si richiedono un notevole virtuosismo tecnico e una spiccata sensibilità interpretativa: doti che, per fortuna sua e di noi ascoltatori, non mancano al Nostro, il quale, insieme all’ottima Polish Radio Symphony Orchestra, si destreggia in passaggi ritmici, polifonici e sonori a volte impervi, che accentuano il pathos espressivo di questi splendidi lavori.

Voto: 8/10

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