The Somnambulist ‘Some More Songs Lost in Themselves’

(Slowing 2022)

Nella primavera del 2020, poco dopo la fine del primo lockdown a Berlino, Marco Bianciardi (voce, chitarra), Leon Griese (batteria) e Isabel Rößler (basso) si sono incontrati di nuovo per lavorare al quarto album della band. L’idea iniziale era quella di pubblicare un Lp intitolato “All Strain is Over”, un inno liberatorio per celebrare la futura fine della pandemia, ma dopo un anno questo progetto si è arenato a causa di ulteriori lockdown e dell’uscita di Rößler dalla band. A quel punto Griese e Bianciardi hanno deciso di dividere il materiale accumulato in due parti e completare la produzione di due distinti EP in duo, con il coinvolgimento di alcuni musicisti ospiti per la registrazione.
“Some More Songs Lost in Themselves” è il primo dei due Ep ed è stato registrato con il compositore e polistrumentista Paul Peuker al basso. Si tratta di sei brani non molto lunghi che sviluppano e affinano il percorso intrapreso dalla band nel precedente album con soluzioni musicali più accessibili, dirette ed efficaci, pur conservando il coraggio, la tensione e il senso di frattura tipici dei loro lavori precedenti.
Il primo brano All Strain is Over ha un groovy nel quale si miscelano indie-rock e post-punk, il successivo Flowers from Where You Go è un post-rock vibrante con accenni di alt-pop. Not a Song for You è la traccia più intrigante, non solo per la sua ambiguità e spigolosità, ma anche perché passa dal jazz-rock ad evocare Nick Cave, mentre Lametech è intrisa di cambi di registro stilistico. Con Lowerin’ Sun vengono alla mente i Velvet Underground che flirtano con David Bowie e The Freewheelers ha un piglio decisamente più rock.

Voto: 7,5

The Somnambulist Facebook Page