David Stalling ‘Elemental Machinery’

(Farpoint Recordings 2021)

Un’inusuale agitarsi meccanico, poi un dolce flusso di zither e lap steel guitar, che s’infrange come onda dopo onda, lo scorrer del tempo un dettaglio.
L’opener Cupula, lenta esonda con eleganti movenze, field recordings (registrazioni effettuate nel 2017, presso l’osservatorio astrofisico del Teide alle Isole Canarie) e cordame in armonioso, minimale, groviglio rilucente.
Telescopi rotanti che dettano il ritmo mentre tutt’attorno, si accendono risonanti sequenze laminate, la conclusione un tripudio di metallici insetti in frenetica attività (Quijote).
Gli specchi, in movimento immobile del Pyramid Solar Telescope e una tempesta riequilibrante di sublimi frequenze traforanti, il vento tutto sfiora e ogni palo, tintinna e risuona (Sun Tracker).
Macchinari e oggetti in azione ciclica, ad ispirar immersive ed efficaci fasi, ambient-dronanti.
Signor disco.

Voto: 8

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