Freem Saxophone Quartet ‘A Minimal Sax’


(Brilliant Classics 2019)

In questo Cd appena licenziato dalla Brilliant Classics, il Freem Saxophone Quartet – al secolo, Iacopo Sammartano, Riccardo Guazzini, Michele Bianchini, Fabio Lombrici – ci propone la sua interpretazione di quattro composizioni scritte tra il 1985 e il 1995, che ben rappresentano quella che può essere considerata una nuova fase nella corrente minimalista, caratterizzata da una scrittura sempre rigorosa e concettuale ma più porosa rispetto alla cultura musicale di stampo popular. Ciò è evidente a partire da New York Counterpoint di Steve Reich, nelle cui serrate griglie contrappuntistiche fanno capolino elementi armonici e ritmici provenienti dal jazz e, specie nel terzo movimento, dal funk (evocato dal sax baritono). Sembra quasi di ascoltare la versione musicale di quadri come Broadway Boogie-Woogie di Mondrian, i cui piccoli tasselli colorati incastonati nelle celebri griglie del Maestro olandese riflettevano la brulicante energia e insieme il geometrico skyline della metropoli newyorkese. Influenze jazz sono riscontrabili anche nei ritmi sincopati delle sezioni veloci del Quartetto di Philip Glass (una rarità assoluta nella sua vastissima produzione), mentre i movimenti lenti, con le loro avvolgenti e sognanti linee melodiche, richiamano il mondo della musica francese di primo Novecento. I due restanti lavori qui eseguiti sono a firma di due compositori appartenenti alla seconda generazione di minimalisti. Il Quartetto N.2 di Michael Nyman alterna movimenti veloci dai ritmi incalzanti, a volte forsennati, ad altri più introspettivi; la versione per quartetto di sax qui presentata per la prima volta avvicina la sonorità quest’opera alle coeve colonne sonore scritte da Nyman per i film di Peter Greenaway. Temi accattivanti e freschezza ritmica sono alla base anche di July di Michael Torke, ormai un vero e proprio classico della letteratura per quartetto di sassofono. Il Freem Saxophone Quartet suona queste celebri – e più volte eseguite e registrate – pagine, facendone emergere la chiarezza strutturale ma insieme esaltandone la fluidità melodica e l’inesausto dinamismo.

Voto: 8

Filippo Focosi

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