Hélène Breschand / Elliott Sharp ‘Chansons Du Crépuscule’

(Public Eyesore 2017)

Il pelato cordaiolo sperimentale newyorkese (oramai storicizzato ma b uono ancorcome pane e zucchero) e la vocalist/arpista impro francese, che molto
si erano incontrati in giro per palchi ma mai, avevano inciso uno
gnignino di qualcosa assieme.Si  attrezzano per una giornata in
uno studio di NY nel Maggio 2014 e ci dan dentro come criceti
intossicati dai gas di scarico. L’ispirazione buona vien dagli
umidori prodotti da un’altra coppia (Serge Gainsbourg / Jane
Birkin
), poi si ricordano e attrezzano un paio di traditional e
se le suonano alla brutto Dio (in ovvia modalità
istantanea).Trovar qualcosa che non vada è parecchio
complicato, son metalli picchiettati da denti, stridori, colate
laviche e qualche andatura sciancata tra blues e trip-hop.
Notti, lenzuola e mozziconi, evocati e strapazzati.
La Breschand,voce erotica/nevrotica (dico  Galás,
Ponomareva
o Bittová, Lunch e pur la Krause), Sharp, pur lui al gorgheggi o occasionale, cupo di buia, buffa afonia. Urti siderurgici di Est Europa, detriti di
feedback in controllo, bave noise, ingranaggi in movimento sensuale e
corpi/strumento trattati a 360 gradi.Ci si diverte pure e scende
e accende come un vin rosso, corposo e di fruttato
veleno.Ringraziamo Public Eyesore per l’uscita.
Corpicrudi  al crepuscolo. Lingua raschia lingua (tanta saliva in subbuglio).

Voto: 8

Marco Carcasi

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