W.Victor ‘Che bella cacofonia’


(Mundial Booking/Ottokar 2015)

Non possiamo giurare che W.Victor lo conosca (con buona probabilità, si); potremmo comunque scrivere senza grande tema di smentita che Vinicio Capossela abbia fatto danni anche nel cuore della traballante Unione Europea (cfr. l’iniziale È Carnevale). Questa raccolta (quinta) del musicista belga è tutto un turbinare di fanfare e studiata sbrindellatura sonora – Che bella cacofonia − a partire da un italiano traballante (cfr. Sempre canto per Lei); tutti bravi, lui e i suoi musicisti, ma va a cercare una sorpresa, un alito di vero maledettismo gitano. Anche inizi promettenti, il pianoforte di Perché, si perdono nel consueto inconsueto alla Tonino Carotone. Un po’ più animata – nel senso di grinta vera – la spezzata Buscaglione/punk Tranquilize Me (bella).
Per chi ama i violini tzigani (cfr. Après la pluie) e Vinicio: al lavoro (cfr. Un giorno così).

Voto: 6

Marco Fiori

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