Jerome Kitzke ‘The Character of American Sunlight’

(Innova 2013)

Mai ristampa fu più gradita. A circa quattordici anni di distanza dalla sua pubblicazione, la Innova ci ha fatto il prezioso regalo di ristampare la prima, e fino ad oggi unica, raccolta di brani del compositore americano Jerome Kitzke (classe 1955). Stiamo parlando di uno dei veri, genuini “american mavericks”, uno di quei tipici spiriti liberi che hanno sfruttato il “vantaggio” di essere nati negli Stati Uniti, ovvero una nazione relativamente giovane, anche dal punto di vista culturale, per esplorare nuove vie, riscoprire altre tradizioni, inventare suoni mai uditi, senza alcuna deferenza verso i modelli classici che pure conoscono. Uno sperimentatore alla Henry Cowell, alla Harry Partch, alla Lou Harrison, per intenderci. Con questi, il Nostro condivide anzitutto il desiderio di ideare mondi compositivi incrociando linguaggi eterogenei: nel suo caso, la composizione e l’improvvisazione, la scrittura e la performance teatrale (che emerge dall’interpretazione dei testi – tra cui quelli di Allen Ginsberg – a partire dai quali quasi tutti i brani sono costruiti). Kitzke non ha paura di cullarci con dolci nenie (talvolta rielaborazioni di canti dei nativi americani) o poetiche corali, per farci sobbalzare con poliritmie da big band o con i suoi tipici “hey yah!” esclamati dai musicisti (lui in primis). Kitzke ama sorprendere, ma non con sterili arditezze formali o con disturbanti cacofonie, bensì, udite udite, con la bellezza. Certo non una bellezza classica, ma la bellezza che un compositore moderno sa trarre dalla varietà di mondi espressivi che lo interessano della realtà circostante, e dalla ricchezza di mezzi a sua disposizione per raccontarceli. La bellezza, anche, degli impasti timbrici assolutamente originali ma sempre, miracolosamente, azzeccati. L’informe, come recita il testo di The Big Gesture, sfocia sempre nella forma: di questo percorso generativo, tortuoso ma infine gioioso, disseminato di preziose pepite che l’ascoltatore sensibile non mancherà di raccogliere, racconta la musica di Kitzke. Hey Yah!

Voto: 10

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