Michael Fiday ‘Same Rivers Different’

(Innova 2009)

Non mi sono sorpreso quando, dopo aver ascoltato il cd Innova contenente musiche di Michael Fiday, ho scoperto che il Nostro è stato allievo di Louis Andriessen. Dal maestro olandese, Fiday ha infatti ereditato alcune importanti caratteristiche stilistiche, le quali sono strettamente collegate tra loro. Una è l’economia dei mezzi usati: Fiday non concede molto al colore − anche se talune combinazioni, come quella tra percussioni e piano nella conclusiva Automotive Passacaglia, sono particolarmente intriganti anche da questo punto di vista − e preferisce puntare sulla struttura dei suoi brani. Questa struttura (e così passiamo alla seconda caratteristica) è insieme chiara ma mai banale: come recita il titolo del brano per quartetto di percussioni che da il titolo all’album, Same Rivers Different, è come se nell’ascolto ci immergessimo in un fiume di note che, pur nel suo scorrere regolare, si modifica gradualmente e insieme modifica anche noi stessi, sì che uscendo dal fiume, ovvero al termine dell’ascolto, non si è più gli stessi di prima. Infine, e questa è forse la caratteristica principale della musica di Fiday, vi è una notevole concentrazione espressiva: ogni singola nota o frase possiede una necessità, è frutto di un’intenzione consapevole, e non può essere sostituita. Fiday eccelle nel caricare di pathos ogni minuta parte, e ciò è particolarmente evidente nei 9 Haiku, pregevoli miniature per pianoforte e flauto, che sono a mio avviso il brano più riuscito di un disco nel complesso piacevole e stimolante.

Voto: 9

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