Tin Hat Trio ‘The Rodeo Eroded’


(Ropeadpoe/I.R.D 2002)

I musicisti che compongono la neonata formazione Tin Hat Trio non vanno presentati come signori avvezzi nel rintanarsi in parametri stilistici unici. Il fisarmonicista Rob Burger, da poco dato alla luce il primo lavoro solista per la “Tzadik”, s’interessa alla trasposizione in chiave moderna della musica klezmer, la violinista Carla Kihsle -anni di faticoso conservatorio alle spalle- ha frequentato seminari dell’illustre Roscoe Mitchell e Mike Nortnon alle volte non ha resistito a farsi gli affaracci suoi in lavori firmati: Jesus Lizard. Messo nei panni di chi ascolta per la prima volta in vita sua i nomi di codesti ragazzi, verrebbe anche al sottoscritto di pensare (guarda caso) al power trio che emerge da schiumosi downtown newyorkesi, ma la vita gioca brutti scherzi e le sorprese non mancano. Scartata la confezione di “The Rodeo Eroded”, uscito per la giovane “Ropeadope”, cosa si trova dentro?
… Musica che sembra provenire più da jukebox morenti sparsi tra la Louisiana e le zone limitrofe di mezza Europa, che fuoriuscire da cospirazioni sonore a base di stridolii, assoli non coscienti e girandole d’improvvisata.
Il trio in un solo calderone (che sembra apparire più bollente di ciò che è realmente) immerge in cottura misteri nordici (il tema irlandese di Bill), insaporiti da atmosfere retrò alla Nashville, pentagrammi diretti verso tristezze piazzolliane (Willop Weep For Me), fomentate dalle apparizioni vocali di Willie Nelson ; perdendosi in gelide acque dodecafoniche (Nickel Montain). Calandosi in avanti riescono con una nonchalance a farci ricordare produzioni confacenti a certo chamber jazz del nostro stivale (Beppe Gambetta, Riccardo Tesi, ). Alzi la mano chi non la pensa così lasciando correre The Last Cowboy e Maximo’s Plunge; non si scarta neanche la carta di rincorrere surrealismi felliniani con il termine affidato a Night OF The Skeptic ed alla lunare Sweep.
Carino , ‘distratto’ ma… viene da chiedersi: è meglio spendere i soldi in qualche archeologica antologia folk o nelle innumerevoli ristampe di colonne sonore della Belle Epoque?

Voto: 7

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