Yellomusic 2002
Se la politica utilizza le sue ere geologiche per attuare l’allargamento ad est dell’Europa la musica non perde tempo, e con questo album dei Bluba Lu intitolato ‘Moogamood’ praticamente ha già firmato tutto ciò che c’era da firmare.
In più ci ha messo anche del suo miscelando allegramente i suoni e gli umori provenienti, ad esempio, dalla Francia, vedi Kid Loco maestro da studiare e omaggiare velatamente in We, e non solo lui. Ad un primo ascolto infatti sembra di rivedere il classico duo viennese, per la cronaca Kruder & Dorfmeister, ai piatti e mixer, per servirvi, o i loro antagonisti del pentagramma quali Thievery Corporation; ma fortunatamente e dico fortunatamente questi Bluba Lu non copiano pedissequamente i loro “maestri”, (senza maestri cosa sarebbe la scuola). I pezzi come Mare oppure Be-bop, sono coinvolgenti, divertenti, spruzzati da una verve exotica che non guasta, ma che anzi permette all’ascoltatore di distinguerli e non li fa risultare noiosi. Sono freschi come un bicchiere d’acqua, o di vino o di un cocktail da assaggiare con calma seduti su una bella poltrona con un bel paio di cuffie sulla testa (per i viaggi non ci sono i soldi, e poi non sarebbe veramente exotico). Se si continua la selezione Tonight e Cold offrono incursioni “danzereccie” nella bossa svisata dall’orchestra che straniano piacevolmente l’ascoltatore/ballerino (basta non essere timidi). Altri titoli come Egoist, Soda, o Taipo psichedelici riff di armonica a bocca intramezzati da florilegi moog, Enter The Light voce che richiama (chi?Boh, ma qualcuno sicuramente, mannaggia adesso non mi viene, ha si) i Frankie Goes To Holliwood adolescenti; brani, bisogna riconoscerlo, shakerati con gusto e stile sobrio e mai pedante. La fine è affidata a I Feel Good, che non sfigurerebbe nella colonna sonora di un film sulla Pantera Rosa. Lunga vita al genere se continuerà ad allietarci con queste nuove proposte.
Voto: 7
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