Archivio Autore: Daniele Cintio

Don’t Mess With Texas ‘Don’t Mess With Texas’

Fino a qualche giorno fa, credevo che la Croazia fosse un sinonimo obbligato di vacanza estiva ; sarò ignorante e superficiale, ma a smentire questo pseudo luogo comune avevo bisogno dei Don’t Mess With Texas, band proveniente da Zagabria, dedita al rock strumentale assemblato con chitarra, basso, batteria e piano. L’omonimo esordio è composto da […]

Three In One Gentleman Suite ‘Some New Strategies’

(Black Candy Records/Audioglobe 2005) A volte basta la denominazione e il rispettivo titolo per immaginare cosa abbiamo di fronte: un trio, meglio trinità, che come Terence Hill, schiaffeggia alla velocità della luce i “cattivi” dell’indie – rock italiano e non, lasciandoli stramazzati al suolo inebetiti; essendo dei gentlemen, non si sporcherebbero mai le mani, bastano […]

Marco Parente ‘Neve Ridens’

(Mescal/Sony 2005) Dopo aver militato nelle fila degli Otto P’ Notri e vantato collaborazioni in qualita’ di arrangiatore e turnista, prima alla batteria con Andrea Cimenti e quindi con i “padrini” C.S.I. (una fugace comparsata alle percussioni in Ko De Mondo e seguente partecipazione alle sessioni di Linea Gotica), Marco Parente esordiva in solitaria nel […]

Ultraviolet Makes Me Sick ‘No Freeway, No Plan, No Trees, No Ghost’

(Urtovox / Audioglobe 2004) Dopo un esordio che ha lasciato il segno (Soundproof, 2001), gli Ultraviolet Makes Me Sick sono tornati per spingere più in là il nostro labile equilibrio psichico e recidere i nervi che aveva sfilato penzolanti; sconquassati dal post-rock lisergico, nato dall’amalgama di chitarre lavorate ai ferri e dalla batteria jazzy che […]

Thee Stranded Horse ‘Thee Stranded Horse’

(As Corpus/Risonanza Magnetica 2005) Il cantastorie, o songwriter, che fa molto più “cool”, è l’artigiano della parola che avvita, spezza e lima le sue strofe, trattando le note come colori, catalizzatore di umori. Se poi gli strumenti, oltre che suonarli, li costruisce, beh, questo è un caso di totalitarismo assoluto, autarchia che impressiona, dal sapore […]

Fear Of Music ‘Fear Of Music’

(Blowout/Baked-Goods 2005) Dopo aver accantonato tutte le mie aspettative, rassegnato dagli ultimi ( troppi) ascolti anemici, vedo spuntare tra i dischi da recensire questi Fear Of Music, che, secondo le fonti a mia disposizione, escono trionfatori dal Best Unsigned Band @ in the city 2004 e le radio e la stampa specializzata inglese, li pronosticano […]

Damond & Naomi ‘The Earth Is Blue’

(20/20/20 2005) …Quando il saggio indica i Galaxie 500, lo stolto guarda i Luna, convinto che le ceneri galattiche siano rimaste intatte lì, noncurante che due frammenti di brace possano essere rotolati via, spostati dal vento di una tempesta cosmica o dalla mano del destino che osserva compiaciuto e beffardo. Comunque sia, i due tizzoni […]

Domotic ‘Ask For Tiger’

(Active Suspension 2005) Correva l’anno 2002, e Stéphane Laporte, artista francese proveniente da La Ciotat, si affacciava timidamente nell’universo discografico con lo pseudonimo Domotic ed un biglietto da visita di elettronica strumentale (‘Bye Bye’). A quattro anni di distanza da quell’esordio acerbo e vago, è giunta l’ora di tirar fuori la voce, senza gridare, indietreggiare […]

Blindfold ‘Blindfold’

(Resonant 2005) Non ho mai visto Birgir Hilmarson, né Biggi degli Ampop, né Blinfold, ma sono sicuro che il tipo concentrato in copertina è proprio lui. Lui chi? Quale dei tre? Poco importa, sono la stessa persona visto sotto l’aspetto anagrafico, fittizio e lateralartistico. Di fatto, “lui”, viene dall’Islanda ed è chiaro perché si è […]

Olvis ‘The Blue Sound’

(Resonant 2005) Da qualche anno l’Islanda è diventata una fucina di artisti dalla forgia multiforme; da questa nuova realtà che si espande come muffa, Orlygur Thor Orlygsson sposta il sipario e avanza verso il pubblico presentendosi come Ö L V I S, che, ad un anno dall’omonimo esordio, si avventura in questa nuova sfida con […]