Transatlantic Five “Transitions”

(Nemu Records 2023)

Abbiamo già incontrato l’opera della Nemu Records poco tempo fa, quando parlai del trio dedito alla improvvisata radicale, composto da Frank Paul Schubert, Kasuhisa Uchihashi e Klaus Kugel; e non furono parche le lodi tessute attorno al concept, e soprattutto alla mentalità open dell’etichetta. In questo caso l’operazione messa in piedi vede ancora una volta Kugel (patron della label) interagire con un quintetto di mostri sacri dell’improv-jazz, europei e statunitensi, dove spiccano i fiati di Ken Vandermark (sax tenore e clarinetto), la tromba di Nate Wooley, il vibrafono di Cristopher Dell e il contrabbasso di Christian Ramond. Ci aspetta una musica altamente energica, vibrante, con compositioni tutte originali che omaggiano con sensibilità la musica jazz nella sua doppia anima, tradizionale e moderna. Un’affascinante forma ibrida che conduce unicamente dalle parti di Eric Dolphy, quale musa ispiratrice principale dei cinque in questo percorso. D’altronde, anche se non vi fosse menzione, sarebbe facile parare dalle parti del mentore di “Out To Lunch” sin dalle prime battute di Around Town, con quel suo piacevole coacervo di irregolarità timbriche e di tempo, dove a spiccare il volo è il vibrafono, il quale in più occasioni sembra prendere le sembianze armoniche di un caldo hammond. Pura New Thing cucita alla possenza di suono contemporaneo intriso nei performer coinvolti. Da annotare anche la sguinzagliata che Wooley dà alla tromba nel cuore del pezzo. Piacerebbe anche ad un certo Dave Douglas. Carattere cinico, e andamento anarchico riservato al copione di Transition I (ancora ai primi posti tromba e vibes), mentre una catarsi riflessiva si posa sull’anima di Transition II, mediante uno sciame armonico creato da fiati e percussioni; come se i Nmperign si fossero allargati allo spettro del ritmo facendo dello zen la propria ragion di vita. Target notturno, da lume di candela, con curve di romanticismo jazz dettano il suono di En Attente, mentre i canoni estetici della New Thing emergono con eleganza in Transition VI. Nel complesso si ascolta un costante sali e scendi di tensione e volume, dove il suono aumenta e smussa la materia con scioltezza. Anche se stiamo ancora lontani dalla fine dell’anno, un pensierino peril miglior disco jazz del 2023 l’ho già fatto, e sarà difficile cambiare idea. La musica di Eric Dolphy è viva e vegeta e ancora detta ispirazione alla migliore cerchia di improvvisatori del momento.

Voto: 8/10

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