Intervista con il professore Luca Cerchiari, direttore della collana di saggi ‘Musica Contemporanea’, Edizioni Mimesis

Continuano gli incontri dediti a far conoscere ai lettori di Kathodik chi si occupa di promuovere un discorso di critica musicale nell’editoria. Il primo incontro è stato con Marco Refe della Edizioni Crac, piccola e agguerrita casa editrice dedita alla critica musicale (qui). In questo secondo incontro, ne parlo con il professore Luca Cerchiari, musicologo, docente all’Università IULM di Milano del corso di Storia della Musica Pop e Jazz, e curatore della collana ‘Musica Contemporanea’ della Mimesis Edizioni. Il professor Cerchiari è stato subito disponibile a dialogare con il sottoscritto e ha raccontato la filosofia e la storia della collana editoriale. Postilla finale prima di invitarvi alla lettura: per ora mi sono orientato alle pubblicazioni in lingua italiana, ma conto e spero di far conoscere altri editori e lingue veramente interessanti del “sonante globo terraqueo”, che ci fanno appassionare e approfondire il meraviglioso mondo della musica TUTTA!!!

Come nasce l’idea della collana “Musica Contemporanea”?

Nasce da una riconsiderazione complessiva del concetto di musica contemporanea, volta a dare di questa una connotazione transgenere, ossia comprensiva non solo dell’accezione storica del termine, quella di musica occidentale colta, ma anche relativa alle musiche urbane di matrice sia orale sia colta, nonché a quelle organicamente legate ai supporti audiovisivi. Dunque le musiche afro-americane, la popular music, la musica legata ai media (cinema, tv, radio, web), il teatro musicale, viste sia in un’ottica teorica e musicologica, sia anche nella prospettiva di fornire delle guide critiche ai repertori discografici fondamentali, o a quelli bibliografici. Anche la filosofia della musica, in coerenza con parte dell’impostazione complessiva del catalogo Mimesis, può avere uno spazio interessante, magari declinato in senso generale o in rapporto a un singolo genere.

Come vengono selezionati i titoli da pubblicare?

Sia con apposite commissioni ad autori affermati, selezionando argomenti inediti o poco frequentati, sia ricevendo in casa editrice proposte di singoli autori in cerca di editore. Chi ha un’idea interessante e originale, e delle capacità di svilupparla in senso argomentativo, teorico e della scrittura, può sottoporcela in qualsiasi momento.

Per quanto riguarda la selezione di autori stranieri, a quale scuola di critica musicale si fa più riferimento? Accenno un esempio: avete più interesse negli autori di lingua inglese? Oppure negli autori di lingua francese? Oppure di altre lingue?

Certo gli autori anglo-americani, rappresentando una porzione consistente dei cultural studies sulla musica, hanno un’attenzione particolare, ma anche quelli francesi risultano di particolare eliggibilità editoriale. Anche alcuni autori est-europei sono interessanti, ancorché poco conosciuti in Italia e nel resto dell’Europa occidentale.

Serie di domande tecniche: raccolta fondi, tiratura, promozione, distribuzione per un titolo che scegliete
di pubblicare?

Le tirature oscillano tra le cinquecento e duemilacinquecento copie, la promozione viene fatta da Mimesis, eventuali fondi possono provenire da contributi istituzionali e universitari per lavori orientati alla ricerca. La distribuzione funziona piuttosto bene anche in senso digitale.

Come è stata recepita la collana “Musica Contemporanea”, con questa prima serie di pubblicazioni?

E’ stata accompagnata, complessivamente, da buone recensioni, nella misura in cui è possibile, oggi, avere una visibilità in un mercato affollato ma al contempo relativamente ristretto come quello saggistico.

 

Qual è il titolo più interessante che è stato pubblicato fino ad oggi? Perché?

A mio giudizio ritengo siano tre: ‘Bob Dylan e Like A Rolling Stone (Bob Dylan)’ del giovane filologo Mario Gerolamo Mossa, ‘Il profumo del jazz’ del pianista e didatta Arrigo Cappelletti e ‘Musica rock. Suono, ritmo, affetto, e l’invenzione della chitarra elettrica’ di Yvetta Kajanova, musicologa slovacca dell’Università di Bratislava specializzata nel jazz e nella popular music.

 

Pensate sia possibile la coproduzione tra editori per pubblicazioni selezionate, come avviene tra
microlabel nella musica?

Penso di sì, verificandone ex-ante i termini attuativi.

Mi parli del Convegno internazionale sulla critica musicale, l’’International Conference On Music Criticism’, che si è tenuto nel 2021 all’Università IULM a Milano. Come è nata l’idea del convegno?Come avete selezionato i relatori?

Il Convegno è nato dall’idea mia e del collega Stefano Lombardi Vallauri. Il tema della critica è di crescente interesse anche nell’ambito della riflessione musicologica, e nelle pubblicazioni editoriali, come attesta un volume francese di pochi anni fa di grande spessore volumetrico e teorico, da cui abbiamo tratto alcune idee, ‘La critique musicale du XXe siècle’, a cura di Timothée Picard, edito dalle edizioni universitarie di Rennes (Presses Universitaires de Rennes). I relatori sono stati selezionati su inviti diretti, e in rappresentanza di tutti i generi musicali rispetto ai quali, dall’inizio dell’Ottocento in poi, si è attuata una riflessione critica esercitata su quotidiani, periodici e riviste specializzate, ossia della musica classica, del jazz e della popular music, in primo luogo; ma anche del musical statunitense e di altri generi e stili. Al Convegno hanno partecipato musicologi e critici italiani, europei e statunitensi, sia in presenza sia on-line.

Prevedete la pubblicazione, all’interno della collana, degli atti del convegno? A mio avviso, sicuramente molto interessanti da leggere?

Sì, la pubblicazione è prevista ma ha avuto un ritardo in un finanziamento esterno e un problema nel reperimento di un co-curatore; il volume dovrebbe uscire entro 12-18 mesi.

Quali impressioni e spunti sulla critica musicale sono venuti fuori dal convegno, secondo il suo punto di vista?

Numerosi: a partire dalle sue dimensioni, poi dalla trasformazione del suo ruolo e del suo statuto di esercizio; e ancora nel fatto che essa abbia abbracciato via via i generi musicali più diversi. Le figure di alcuni critici italiani, come quella di Massimo Mila, andrebbero omaggiate con volumi ad hoc, com’è già successo con Luigi Rognoni, Fausto Torrefranca, Charles Delaunay, Hugues Panassié, Arrigo Polillo, Joachim Berendt e altri. La critica ai singoli generi, inoltre necessita ulteriori approfondimenti teorici con edizioni specifiche.

Qualche segnalazione meritevole dei prossimi titoli che avete in cantiere?

Dopo il brillante saggio di Marco Dainese ‘The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd.Nel (micro)solco della follia’, uscito a gennaio 2023, sono previsti durante l’anno in corso i seguenti quattro titoli:
William Allen, Charles Pickard Ware e Lucy McKim Garrison, a cura di, Slave Songs of the United States/Canti afro-americani dell’Ottocento. Introduzione di Luca Cerchiari; Alessandro Carrera, Polvere di stelle.Filosofia della musica contemporanea (settembre 2023); Gianfranco Salvatore, Battisti-Mogol (novembre 2023); Federico Capitoni, Guida discografica alla musica contemporanea (dicembre 2023)

Oltre ai volumi pensate ad altre forme di pubblicazione? Ad esempio documentari, film, podcast?

Mimesis, al momento, non produce edizioni su altri supporti, ma non è affatto detto che ciò non possa accadere prossimamente. In altra sede, sto iniziando la produzione di un documentario di trenta minuti sui rapporti tra Frank Sinatra e l’Italia, in occasione del venticinquennale della morte e del Convegno Università IULM su Frank Sinatra del 26 e 27 settembre 2023.

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