AA.VV. ‘For the Peace of Cities’

(Navona Records 2019)

‘For the Peace of Cities’ è un CD dedicato alla commemorazione di gravi tragedie accadute in diverse città del mondo, che hanno ispirato importanti composizioni poi rimaste nella storia della musica della Novecento. In esso sono raccolte precisamente cinque composizioni, le prime due, più recenti, di Philip Koplow, rilevante compositore americano recentissimamente scomparso e alla cui memoria il CD è dedicato. La prima, che dà anche il titolo al CD, è ispirata alla guerra in Bosnia: in essa alcuni temi folkloristici tipici delle zone balcaniche sono sapientemente innestati in una struttura armonico ritmica molto interessante e ben orchestrata; il secondo, invece, cita il tema guida della famosa Amazing Grace sul quale il compositore costruisce elaborate variazioni. Gli altri tre brani rappresentano vere e proprie ‘icone musicali’ del Novecento ispirate a tragici avvenimenti storici. Music for Prague 1968 è una drammatica composizione di Karel Husa, uno dei suoi capolavori, scritta per l’organico dell’Orchestra di Fiati. L’invasione dell’agosto del 1968 da parte delle truppe sovietiche è qui rappresentata da drammatici accordi dissonanti, dai glissando dei tromboni che imitano le sirene dei raid aerei, sino agli oboi che imitano il linguaggio Morse utilizzato per comunicare in segreto o alle percussioni che rappresentano l’avanzata delle truppe. Una composizione davvero suggestiva e toccante, piena di tensione ed altamente emotiva. L’inquietudine, l’angoscia e il dolore della catastrofe di Hiroshima è invece distillata in Threnody To The Victims of Hiroshima di Krzysztof Penderecki. L’estremo urlo di sofferenza delle vittime inconsapevoli di questa terribile tragedia è rappresentato dall’angoscioso perpetuare dei clusters degli archi che penetrano in profondità come una lama affilata, un lamento continuo, per non dimenticare. Pamatnik Lidicim di Bohuslav Martinů, chiude il CD, a commemorare il massacro di Lidice e la successiva deportazione di donne e bambini, perpetrati nel 1942 dai Nazisti. Ancora una partitura ad alta densità drammatica ed emotiva che attraverso un’estrema tensione dissonante, giunge ad una coda finale molto teatrale, oscura e maestosa, la quale, come in un remoto alito di nostalgica speranza, si conclude in tonalità maggiore.

Voto: 9

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