L. Harrison, G. Facchin ‘The Planets’


(Stradivarius 2019)

Il percussionista veneziano Guido Facchin vanta una lunga frequentazione con la musica del compositore californiano Lou Harrison (1917-2003). Ala guida del Tammittam Percussion Ensemble ha infatti registrato, per la Dynamic, l’integrale dell’opera per strumenti a percussione di Harrison. Ora, insieme all’arpista Patrizia Boniolo – con la quale ha formato l’Avalokite Duo -, Facchin propone, in questo bellissimo Cd licenziato dalla Stradivarius, la rivisitazione di due Suite di Harrison, insieme a un’ampia e articolata composizione a sua stessa firma. Music for Harp è eseguita in una nuova versione, dove le percussioni si aggiungono alla voce celestiale dell’arpa, ora puntellandone i ritmi insistiti, ora accompagnandone le incantevoli melodie con esotici contrappunti sonori, in qualche modo accentuando quella polarità e insieme complementarità tra elemento femminile e maschile spesso presente nella poetica del Maestro californiano. Anche Serenade (del 1978), originariamente scritta per chitarra e arpa, segue la struttura della suite in brevi movimenti, ciascuno caratterizzato da un tratto linguistico ed espressivo ben definito e di grande immediatezza comunicativa. Come al solito, in Harrison abbondano i riferimenti a mondi musicali geograficamente e temporalmente distanti: dal Medioevo alla Turchia, dal Barocco all’Asia. La complessità ritmica, la freschezza melodica, la ricchezza di riferimenti a culture musicali non-occidentali sono qualità che Facchin eredita da Harrison e fa proprie nei nove movimenti di The Planets (scritto nel biennio 2017-18, di ben 48 minuti di durata complessiva). Facchin è abilissimo a utilizzare questi tratti per intessere una complessa – ma sempre intellegibile e musicalmente assai godibile – drammaturgia, ogni movimento essendo associato a un pianeta e agli aspetti simbolici e mitologici a esso legati. Non mancano episodi dissonanti e soluzioni timbriche inconsuete, ma sempre funzionali al racconto di volta in volta musicalmente dispiegato. Facchin, con l’ottima complicità della Boniolo, si conferma interprete d’eccezione della musica di Harrison, e si rivela anche un compositore ispirato e capace di sfruttare l’ampio bagaglio di conoscenze che la sua vasta esperienza musicale gli ha messo a disposizione.

Voto: 9

Filippo Focosi

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