John Krausbauer “Beats”

(ANTS Records 2018)

Dopo aver dato la medaglia d’oro al geniale parto dei Livebatts! ecco ritornare la capitolina ANTS sul luogo del delitto preferito da sempre, il puro minimalismo, producendo questo nuovo lavoro firmato dal losangelino John Krausbauer con il supporto di Aaron Oppenheim e Kate Short; tutti e tre in toto saranno alle prese con un accordion nell’architettare un unico brano di appena 26 minuti. Compositore originario della Bay Area, Krausbauer attraverso la sua scrittura comunica una visione personale di minimalismo, dal carattere deciso quanto asciutto, dove fa convivere senza troppe forzature i diversi cromatismi provenienti da questa costola dell’avanguardia; e imbastendo di conseguenza un seducente miscuglio dove ondeggiano liberi gli spiriti di LaMonte Young, quelli di Charlemagne Palestine, Henry Flynt, Tony Conrad, e dove si palesano in maniera piuttosto tangibile importanti chapeau nei riguardi della deep music di Pauline Oliveros e verso il nostro Pietro Grossi: nume tutelare quest’ultimo che svela la sua influenza a partire dalla scelta del titolo, “Beats”, termine legato a doppio filo al lavoro del maestro italiano, “Battimenti”. Sentiremo dunque uno scorrevole insieme di pattern ove la staticità è pura apparenza, ma dove al contrario sottili variazioni di tono si uniscono dando anima e corpo ad un’affilata mini suite, la cui tinta principale è un mix di pacata opacità e andamento sibilante. La tempistica non estesa sembra riallacciarsi a quell’estetica art-punk, figlia dell’immediatezza espressiva, di cui John è particolarmente debitore: un fattore estetico il quale, molto tra le righe, si può respirare se si decide di farsi penetrare da questo flusso sonoro genuinamente acustico, dove un non-so-che di seducente semplicità armonica la fa da padrone, giocando così una carta decisamente vincente.

Voto: 8

Sergio Eletto

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