(Amirani 2018)
Accompagnato da un elegantissimo booklet ricco di testi (tra cui una nota del filosofo del linguaggio Augusto Ponzio, poesie di Robert Frost e alcune note di composizione), l’album ci offre un’interpretazione pregevole di quattro opere del grande compositore americano Earle Brown: Home Burial (1949), Folio (1952/3), 4 Systems (1954) e Twenty-Five Pages. Quella di Brown è sofisticata musica indeterminata e costituisce il corrispondente sonoro dell’espressionismo astratto di Pollock. L’idea è quella di basare l’opera musicale non su uno sviluppo predeterminato, ma sulle “immediate and spontaneous responses that occur to the conductors in relation to the composed basic material – the ‘events’ – and to the unique qualities of the conductors and the condition of each performance” (dalle note del compositore): per capire intuitivamente che cosa ciò davvero significhi, si ascolti in particolare l’ultima lunga traccia del disco.
Gianni Lenoci esegue (con il pianoforte e l’elettronica) le pagine del maestro statunitense restituendocene il fascino, la freschezza e la bellezza ed è un’atmosfera di eccitante sospensione quella in cui l’ascoltatore si immerge anche grazie al sound nitido e rotondo che i tecnici del suono sono riusciti a produrre per questo album.
Voto: 10
Alessandro Bertinetto