John Alan Rose ‘Ineffable Tales’

(Navona Records 2018)

I mondi fiabeschi di Tolkien, le sensazioni di momenti particolari dell’esistenza, le storie di grandi popoli, o il teatro immaginario, sono le ispirazioni da cui John Alan Rose trae le sue composizioni orchestrali di ‘Ineffable Tales’. Uno stile tonale, burlesco, molto descrittivo, ma anche sentimentale ed espressivo, caratterizza il mondo musicale dell’autore americano. Lo Hobbit è il romanzo che ispira il suo concerto per pianoforte ed orchestra Tolkien Tale, da lui stesso ottimamente interpretato assieme alla Moravian Philharmonic Orchestra. Un variopinto racconto musicale delle gesta di Bilbo, ben costruito e brillantemente eseguito, in particolare nel far emergere i colori timbrici della scrittura. La duttilità descrittiva della musica di Rose, viene ulteriormente messa in luce dall’immaginifico brano Ticket to the Theater dove un soprano ed un narratore dialogano con l’orchestra in un percorso fantasioso di grande suggestione. Uno stile neo-romantico unito alla sonorità malinconica del violoncello di Old Father Time esplorano altri lidi di espressività ed intensità emotiva, ma è con 25,000 Years of Peace che John Alan Rose ci ammalia ancor di più. Questa composizione è infatti ispirata dal popolo dei Nativi Americani, e basata sulla loro musica folkloristica. Una composizione davvero efficace, che racconta la storia di questo grande popolo il cui legame, indissolubile, con la natura e gli animali fu indispensabile e necessario. Variando le idee tematiche tratte dalla musica dei nativi, il compositore riesce a creare un brano davvero affascinante, a tratti commovente, ma anche ricco di slanci intensi e vigorosi.

Voto: 8

Luciano Feliciani

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