Devocka ‘Meccanismi e desideri semplici’

(Dimora 2018)

E’ un gradito ritorno quello dei ferraresi Devocka, a sei anni dal disco precedente. Sei anni nei quali il gruppo emiliano ha alimentato la tensione nelle sue sonorità, giungendo ad una perfetta fusione tra post-rock e postcore.
La tensione di questi undici brani è tagliente ed emerge tanto dal cinismo e dalla sfrontatezza esistenziale dei testi, quanto dal sound spesso implodente.
Riescono addirittura a trovare la quadra tra il Santo Niente e i Fugazi nel post-punk circolare di Storie senza nome e riescono ad essere efficaci e ficcanti nel postcore dell’autoriflessiva di Maledetto, impreziosita da un’attitudine hardcore.
Con Siamo già finiti i Devocka raggiungono momenti epici, dimostrando di avere molte frecce nel loro arco, passando dalla pulsante algida Lezione a memoria, degna dei primi Diaframma, alla circolare ed autocentrata Questa distinzione, passando per i simbolismi e gli ermetismi di Bestemmia, un post punk, intriso di chitarre sia noise, sia sporche.
Sporche come le macchie interiori dell’ascoltatore, che grazie a questo disco proverà a pulire con una necessaria catarsi.

Voto: 8

Vittorio Lannutti

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