Von Datty ‘Ninnenanne’

(Tsunami Station/Goodfellas 2017)

Perso, tra qualche parte, tra la via Appia e il West (cfr.Grigio perla), il cantautore tivolino Von Datty mastica Tiromancino e Giant Sand (Prima ninna nanna sulla terra) per poi sputare un Max Pezzali adulto (cfr. Profumo, con la voce ospite di Sarah Moon), un primo Vasco Rossi laterale, un Venditti senza raccordo anulare (Dalla carne), un Grignani più bravo (Il peso delle labbra).
Brani autenticamente sentiti (La parte mancante, Zampaglione al Massimo Volume), con una musicalità naturale seppure disturbata da rumore ed interferenze (ottimo lavoro complessivo del produttore Fabio Martini, nel coordinare musicisti inventivi e solidi come i combo delle colonne sonore di Morricone, Riverberi, Micalizzi, Usuelli: sentire Wonderland): allora, potremmo scrivere, si materializza pure il primo De Gregori (Non credere ai fiori).
Nel nuovo cantautorato italico, queste “Ninnananne” non sfigurano affatto.

Voto: 7

Marco Fiori

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