Marcello Ambrosini ‘Post-Industriale La Scena Italiana Anni ’80’

Di Marco Paolucci
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Doverosa premessa: prima di questo volume uscito per Goodfellas, sulla musica post-industriale italiana si trovavano due contributi: l’appendice, curata da Paolo Bandiera, all’edizione italiana del ‘Manuale di Cultura Industriale’ di Re/Search, uscito per la Shake Edizioni nel 1998, e il volume curato da Aldo Chimenti, Devis Granziera, Paolo Bandera e Alessandro Papa ‘Rumori Sacri’, che raccontava nello specifico la storia di 4 realtà storiche: Ain Soph, Rosemary’s Baby, Sigillum S e Atrax Morgue. Con questo volume Marcello Ambrosini scrive la guida il più possibile completa a tutta la galassia dedita alla musica post-industriale che si è sviluppata in Italia negli anni Ottanta: gruppi, progetti, documenti che hanno plasmato “certe” sonorità della controcultura underground del nostrano stivale. Il volume è strutturato con l’introduzione di Luther Blissett (nome collettivo ma dal tratto conosciuto a chi si intende di codeste sonorità) e dopo una prima parte in cui il nostro fornisce cenni storici che permettono al lettore dei modelli di ragionamento: dal futurismo con Luigi Russolo e l’intonarumori, passando per il theremin, alla musica concreta, Cage e derivati, ai Thobbing Gristle oltre il punk con annessi e connessi, si arriva alla prima ondata industrial italiana con le schede dedicate ai padri fondatori: da Maurizio Bianchi aka M.B. ai F.A.R., ai Tasaday, a Lieutenant Murnau (Vittore Baroni), Sermonizer, a Gustoforte, a Enrico Piva e tanti altri. Ulteriore approfondimento con i Pankow coevi alla scena EBM, quasi “stranieri in terra straniera” e molto più apprezzati all’estero che in patria, e così via nella divisione che propone Ambrosini con la scena Power electronics che schiera tra gli altri Mathausen Orchestra e la scena Post-Industrial esoterica. Fino ad arrivare alla seconda generazione post-industriale con, tra gli altri, nomi quali Nightmare Lodge, L.S.D. Luciano Dari, Order 1968. Una lunga carrellata di nomi, azioni, suoni e “distrorsioni”, un lungo elenco di persone dedite alla pratica della sperimentazione meno accomodante e più disturbante, che si esprimeva lavorando continuamente sulla loro idea di musica, allargando i confini della filosofia DIY, consci della consapevolezza punk da cui prendevano le mosse, ma liberi di navigare a vista in oceani di suoni di ogni genere e volume. Con la sua precisa ricostruzione Marcello Ambrosini riporta alla luce “cassette dimenticate”, ripulisce “dalla polvere nastri oscuri” e fornisce un documento formato libro che permette una ricomprensione del fenomeno post-industrial in chiave italiana, e rimette l’attenzione su sonorità che devono essere riscoperte (e da più parti segnali in questo senso arrivano) e riportate “alle masse” perché fonti “aurifere” di possibili interpretazioni del nostro presente e del nostro futuro.

Marcello Ambrosini, Post-Industriale. La Scena Italiana Anni ’80, Roma, Goodfellas Edizioni, 2016