Stefan Thut ‘One and Seven’


(InSub 2016)

L’elvetico Stefan Thut, classe 1968, compositore e violoncellista dai trascorsi accademici, è uno di quei musicisti che agisce in sordina, le cui uscite discografiche si snocciolano in pochissimi pezzi, andandolo ad avvicinare a quell’area riduzionista dell’improvvisata prossima a Radu Malfatti, avendo militato inoltre anche nel gruppo Wandelweiser.
Il 2016 ha invece visto il nostro pubblicare due lavori di rilievo che non sono passati inosservati all’entourage degli intenditori (all about jazz ad esempio ne ha tessuto le lodi già tempo fa), i quali mostrano in toto i punti cardine dell’espressionismo sonoro forgiato da Thut: “Un/Eleven and One”, per la Intonema, e questo “One and Seven” via InSub.
Il mood di Thut è quello di costruire / formare degli ensemble che dialoghino tra loro seguendo precisi rapporti d’interscambio, incentrati sul numero dei partecipanti. “One and Seven” altro non è che un’estesa composizione scritta meditando sul flirt litanico tra UNA voce, nella fattispecie maschile, con SETTE elementi strumentali, quali violoncello, violino, hurdy gurdy, harmonium e bowed tuned metal, basso elettrico e snare drum.
Le nostre orecchie andranno a sentire un lentissimo soffiare metallico intermittente farsi sostanza e lasciare il passo alla voce messianica. Dopodiché il silenzio ricomparirà per un’istante, venendo subito dopo inghiottito da una corposa corazza di textures minimali e metalliche, su cui gli inserimenti vocali lasceranno bene ai posteri quella macabra sensazione di stare a sentire un cupo mantra, recitato dal profondo della terra. Una scrittura quella di Thut interessata ai continui cambi di tensione e di scenografia sonora, una vena intermittente, in cui far risaltare a chiare lettere l’ampia conoscenza accademica del nostro.

Voto: 7

Sergio Eletto

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