Zolle ‘Porkestra’


(Bloodysound Fucktory Records 2015)

Leggendo i titoli delle tracce di ‘Porkestra’, nuovo lavoro del duo lombardo Zolle, si ha subito il timore di doversi sorbire dodici canzoni di musica demenziale. Sì, perché se uno avesse anche soprasseduto dal riflettere sull’etimologia suina del titolo dell’album, comunque si ritroverebbe a leggere la radice “pork” in ogni titolo delle canzoni, Porkasmatron e Porkemon per citarne due e rendere l’idea. Ma se c’è una cosa che la Chiesa Cattolica ci ha insegnato in secoli di caccia alle streghe, crociate, pedofilia e scandali bancari, è che l’abito non fa il monaco. Così ho messo il disco in questione in cuffia e ogni pregiudizio è scomparso più velocemente dell’interesse per la trama in un film porno. Come? Beh, prendete uno shaker, fate 3 parti Melvins, altre 2 di sludge contemporaneo e melodico alla Torche e giusto una spruzzata dell’attitudine strumentale di ‘Madman’ dei Silverchar, agitate bene su ritmiche math-stoner et voilà, le jeux sont fait: un cocktail di canzoni strumentali ad alta gradazione heavy rock, che vanno giù alla grande e di cui non sembri avere mai abbastanza ascolto dopo ascolto. Tutto viene facilitato anche dalla brevità delle canzoni, che mai diventano, come nello sludge canonico, dei macigni dissonanti di minuti e minuti. Inoltre l’innegabile componente melodica presente in ogni riff rende tutto più accattivante, piacevole e di facile fruizione anche per un ascoltatore non proprio di genere. Buon ascolto.

Voto: 7

Davide Giustozzi

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