Public Service Broadcasting ‘The Race for Space’

(Test Card Recordings / Goodfellas 2015)

Siamo di nuovo qui per ascoltare il nuovo album degli inglesi Public Service Broadcasting, già balzati agli onori della critica con il buon ‘Inform Educate Entertain’ e, non dimentichiamo, dopo aver suonato anche con i nostri cari amici Lush Rimbaud.
L’attesa per il nuovo lavoro non è casuale. Com’è evidente già dal titolo, ‘The Race for Space’ è un concept album piazzato a metà tra gli anni sessanta e i settanta, quando la guerra fredda si combatteva soprattutto a colpi di satelliti, stazioni spaziali e astronauti. Il progetto musicale dei nostri non è cambiato, fortunatamente.
La sostanza dei PBS è ancora funk/prog rock strumentale, in questo caso intervallato da varie trasmissioni dell’epoca delle stesse astronavi o dall’immancabile Houston. Dopo una veloce introduzione, l’elettronica di Sputnik apre le danze, in maniera apparentemente sorniona ma andando in un crescendo davvero coinvolgente che pare non voler finir più. Fiato alle trombe (TURCHETTI?!) per la successiva Gagarin, scelta anche come singolo d’esordio, che avanza in maniera trionfante portando avanti un riff a che si alterna tra chitarre e fiati, utilizzando i sample vocali in modo intelligente, così da attaccarvela subito in capoccia.
Altrettanto notevole l’altalenante E.V.A. che passa da momenti funk rock convinti, a notevolissimi passaggi di pianoforte solista, riprendendo poi con forza mentre ci annunciano “man is walking in space!” su note di sintetizzatore. The Other Side sembra quasi un demo degli O.M.D. dei bei tempi, avanzando tra atmosfere anni ottanta e delicati arpeggi di chitarra, fermandosi a metà mentre la stazione spaziale aspetta la conferma dagli astronauti che tutto vada bene, per poi ripartire e arrivare a un climax davvero glorioso.
Il delicato pezzo Valentina è dedicato alla prima astronauta donna della storia, la russa Valentina Tereshkova, trasformata in voce portante del pezzo, omaggiata, da dichiarazione della stessa band, più come essere umano che come mero strumento politico.
Insomma, ‘The Race for Space’ non delude minimamente le aspettative, un concept album sontuoso, suonato con passione, capace di trasmettere emozioni nonostante l’assenza di testi ed effettivi vocalizzi. Oltremodo obbligatorio per la vostra collezione di buona musica.

Voto: 8

Damiano Gerli

Public Service Broadcasting Facebook Page