Francesco Cerchiaro ‘A piedi nudi’

(DischiSovietStudio/Audioglobe 2014)

Sospeso tra tradizione e modernità, questo esordio del cantautore veneto Francesco Cerchiaro, si colloca tra i migliori esordi cantautorali italiani degli ultimi anni.
Il disco, infatti, trasuda sincerità e nonostante si tratti di un esordio, l’autore ha la giusta presunzione di trattare un tema complesso come la totalità della vita, dunque entrando a pieno titolo tra gli autori esistenzialisti.
“A piedi nudi” è una sorta di concept album, dato che gli undici brani sono legati dal filo rosso dell’amore che traccia la giornata di un uomo che idealmente si sveglia bambino, matura, invecchia e muore insieme al giorno che lo accompagna sullo sfondo.
Testi e musiche seguono questo percorso, per cui se all’inizio troviamo il folk valzerino e ingenuo di Filastrocche per bambini, dove nell’armonica c’è tutta la storia del folk cantautorale Usa e italiano, più avanti c’è la malinconica Rebecca, giungendo all’introspettiva Cammino da solo e alla più profonda e triste Cara Laura, fino alle malinconiche Ultimo valzer per Teheran e Il treno che torna a Eger.
In tutto il disco Cerchiaro è stato in grado di camminare a piedi nudi sul confine tra l’innovazione pop e la tradizione di un cantautorato che deve molto ai padri italiani e non solo del genere.

Voto: 8

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