Bat For Lashes ‘Two Suns’

(Parlophone 2009)

Dopo l’ottimo “Fur For Gold” (2006), che le era valsa l’ammirazione di “Sua Maestà” Thom Yorke, ritorna Natasha Khan, alias Bat For Lashes, con un nuovo, strepitoso album. In “Two Suns”, registrato tra la California ed il Galles, la singer/songwriter di origine pachistana è coadiuvata, tra gli altri, da Charlotte Heaterly (Ash), Sarah Jones (New Young Pony Club), gli Yeasayer e soprattutto dal grandissimo Scott Walker. Il risultato è un album che si colloca lungo lo stesso crinale sonoro dell’esordio, all’insegna, cioè, di un gothic pop elettronico e misticheggiante che guarda a Dead Can Dance, Cocteau Twins, Björk, Kate Bush e Tori Amos.
Impossibile non provare un brivido lungo la schiena di fronte a composizioni quali la magnifica danza tribale di Glass, la tenue ballad pianistica di Moon And Moon, il synth-pop anni ’80 di Daniel, il folk elettronico con accenni psichedelici, cori gospel ed un cupo incedere marziale di Peace Of Mind, Siren Song, una ballata pianistica che cresce d’intensità nel ritornello, con il piano che si fa martellante, i synth che alzano la voce ed un battito pesante a fare da tappeto; e ancora, Pearl Dream, giocata sul contrasto tra i beat danzerecci ed una melodia notturna e malinconica, la tribale e dilatata Two Planets e il magnifico duetto con Scott Walker in The Big Sleep, una spettrale e soffusa ballata arrangiata per voce, piano, basso ed un pizzico di elettronica.
Incentrato su concept assai intrigante (le vicende della bionda femme fatale Pearl, alter ego oscuro e dissoluto della stessa Khan), “Two Suns” è la riconferma di un talento limpido, cristallino. Un disco intenso, dall’afflato mistico e dalle sonorità tutt’altro che immediate ma nient’affatto noioso o cerebrale, anzi, estremamente coinvolgente sul piano emotivo.
Il lato oscuro del pop elettronico.

Voto: 8

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